Gli interventi inclusi nel bonus ristrutturazioni possono essere effettuati sia su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, comprese quelle rurali e le pertinenze, sia sulle parti comuni degli edifici residenziali.
Bonus ristrutturazione: cosa cambia dal 2025
A partire dal 1° gennaio 2025, il bonus ristrutturazioni subirà una significativa riduzione. La detrazione fiscale passerà dal 50% al 36% per i lavori di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia. Inoltre, il tetto massimo di spesa agevolabile per singola unità abitativa sarà dimezzato da 96.000 euro a 48.000 euro.
Dal 2028, è prevista un’ulteriore riduzione della detrazione al 30%. Questi cambiamenti sono dovuti agli effetti sul bilancio dello Stato dei bonus casa e potrebbero essere influenzati dall’applicazione della direttiva UE sulle Case Green.
Il governo sembra intenzionato a restringere i bonus legati all’edilizia per contenere l’impatto sulle finanze pubbliche. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito la posizione dell’esecutivo durante il suo intervento all’Assemblea di Confindustria. Salvo modifiche entro la fine dell’anno, la detrazione Irpef al 36% coprirà il triennio 2025-2027. Dal 1° gennaio 2028, il bonus scenderà ulteriormente al 30% e resterà in vigore fino al 31 dicembre 2033. Questi cambiamenti potrebbero essere influenzati anche dall’applicazione della direttiva europea sulle Case Green e dal Piano Nazionale Integrato per Energia e Clima (Pniec).
Gli interventi inclusi nel bonus ristrutturazione
I lavori che rientrano nel bonus ristrutturazione includono una vasta gamma di interventi, tra cui il rifacimento o costruzione di scale e rampe, la bonifica dall’amianto, l’installazione di ascensori e scale di sicurezza, la realizzazione e il miglioramento di servizi igienici, la sostituzione di serramenti, infissi esterni o persiane con serrande, gli interventi finalizzati al risparmio energetico, le opere per evitare infortuni domestici ed eliminazione delle barriere architettoniche, la cablatura degli edifici e l’installazione di apparecchi di rilevazione di gas.
Questi interventi possono essere effettuati sia su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, comprese quelle rurali e le pertinenze, sia sulle parti comuni degli edifici residenziali.
A partire dal 2030, tutti i nuovi edifici dovranno diventare a zero emissioni. La scadenza è anticipata al 2028 per gli edifici di proprietà pubblica. Di questi, almeno il 16% con le peggiori prestazioni dovrà essere ristrutturato entro il 2030, e il 26% entro il 2033. Per le case, l’obiettivo è una riduzione del consumo energetico del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Sarà obbligatorio installare i pannelli solari sui nuovi edifici pubblici progressivamente dal 2026 al 2030. Gli edifici residenziali dovranno essere dotati di impianti solari secondo strategie nazionali. Ci sarà tempo fino al 2040 per eliminare le caldaie a combustibili fossili, con l’abolizione dei sussidi per queste caldaie a partire dal 2025.