Nel monologo intenso e sincero andato in onda su “Le Iene” domenica 10 novembre, Marco Masini ha aperto il cuore, condividendo uno dei periodi più oscuri della sua vita. L’artista, la cui carriera ha attraversato momenti di luce e successo, ma anche di ombre e pregiudizi, ha raccontato senza filtri il peso delle dicerie e il modo in cui è riuscito a rialzarsi. Non è stato facile per lui affrontare le parole velenose, quelle dicerie che negli anni Novanta lo etichettarono come un “porta sfortuna” nel mondo dello spettacolo. Anni di sacrifici e di lotte per un sogno sembravano svanire in un istante, ma invece di arrendersi, Masini ha trovato la forza di trasformare quella negatività in una spinta per ricominciare e tornare alla musica con una consapevolezza nuova.
Masini ricorda un momento cruciale nella sua vita: la perdita della madre a soli 19 anni. È un dolore profondo, quello che descrive, uno di quelli che ti segnano per sempre. «Non credo esista un’età giusta per perdere la madre», ha confessato, «ma 19 anni sono veramente pochi». La sua passione per la musica, insieme al calcio, era un rifugio in cui nascondere e lenire quel dolore. Il pianoforte divenne la sua valvola di sfogo, un modo per trasformare le emozioni in note. La carriera musicale iniziò come un sogno: giovane e pieno di talento, iniziò a lavorare come pianista per artisti noti, e ben presto il suo talento fu notato. Da lì, la partecipazione a Sanremo, la vittoria, e l’improvviso arrivo di successo, denaro e notorietà.
Marco Masini rivela il suo periodo più buio
Ma proprio mentre la carriera era all’apice, qualcosa cambiò. Quel successo inaspettato e la fama lo avevano travolto, come una marea che colpisce senza preavviso. Masini ammette che forse non era pronto, che forse aveva commesso degli errori, allontanandosi da persone che non lo meritavano e facendosi coinvolgere in un mondo che gli stava togliendo tutto ciò che contava davvero. La musica, che era stata sempre il suo rifugio, rischiava di perdersi tra il lusso delle auto costose e una vita vissuta con la convinzione che quel momento di gloria sarebbe durato per sempre.
Ma come in tutte le favole nere, c’è un punto di svolta. Masini racconta di come il mondo dello spettacolo gli abbia voltato le spalle, e di come siano iniziate a circolare quelle famose dicerie. “Porta sfortuna”, “emana energie negative”: parole che sembrano assurde, eppure quelle voci hanno avuto un peso enorme sulla sua carriera. Le porte delle case discografiche si chiudevano, le televisioni non lo ospitavano più, le radio smettevano di trasmettere le sue canzoni. Un intero sistema sembrava respingerlo, e lui, solo, ha deciso di fare un passo indietro, di lasciare la musica, di smettere.
Quando tutto sembrava perso, però, Masini ritrovò il suo punto di partenza. Di nuovo, lui, un dolore e un pianoforte. Quel ritorno alle radici, a quella passione originaria, lo ha salvato. Masini ha raccontato che, in quel momento, ha riscoperto la bellezza della musica, non per fama o denaro, ma come una forma di espressione e di sollievo. La musica tornò a essere il rifugio che lo aveva accompagnato da giovane, uno spazio dove il successo non contava più, dove non importava il numero di dischi venduti o di concerti sold out. Era di nuovo il ragazzo che scriveva per amore della musica.
La rinascita di Marco Masini: un ritorno alla passione
Quando finalmente tornò a Sanremo e vinse ancora una volta, Masini sentiva che stavolta era diverso. Non cercava più il successo come trofeo, ma come espressione della propria passione. «Era come un secondo calcio di rigore», ha detto, riflettendo su come la vita gli abbia offerto una nuova occasione, quando sembrava ormai tutto perduto. Non importava più il numero di dischi, le vendite o la popolarità. Quello che contava era finalmente la consapevolezza di ciò che realmente lo muoveva: l’amore per la musica.
La rinascita di Marco Masini è un viaggio interiore, fatto di sofferenza e di riscoperte. La sua storia dimostra che, oltre il successo, conta avere un legame profondo con ciò che realmente si ama.