Teatro Valle Occupato
ingresso via del melone 10
SABATO 2 LUGLIO ore 16,30
TUTTI I FIUMI SI INCONTRANO AL VALLE. II PARTE
Lotte comuni dei lavoratori della cultura
Il teatro Valle occupato invita tutta la cittadinanza a partecipare :
Attori, insegnanti, ricercatori, grafici, scrittori, giornalisti, editori, cineasti, traduttori, studenti, redattori, registi, tecnici, fotografi, musicisti, editori, librai, etc. continuano a far crescere un movimento comune.
Una soggettività politica emergente, una diversa politica della cultura, un nuovo welfare.
Si approfondirà ancora l’elaborazione di nuovi modelli di produzione, distribuzione, educazione, relazioni lavorative.
Benvenuti nella lotta che era già vostra
Ragazzi/e ditemi che ci sarà lo streaming audio…
si, a meno di problemi tecnici
Sì anche io vorrei sapere se c’è diretta….grazie
in streaming, si, a meno di problemi tecnici
Oggi ho partecipato all’assemblea, dopo aver seguito, giorno per giorno, i lavori attraverso le newsletter e il sito.
Avrei voluto fare un intervento, ma poi ho preferito ascoltare, soprattutto chi è sul fronte, per cercare di capire meglio come si procede, e per riuscire a contribuire (se non con l’azione) con un semplice passaparola. Le informazioni sul sito sono, perdonatemi, un po’ confusive o non bene organizzate.
La “visione” di come procedere, ecco, oggi, quella mi è mancata.
Benvenute le riflessioni, le testimonianze, le provocazioni.
Scrivo, con una certa ingenuità – quella dell’anima mundi, me ne rendo conto – probabilmente dicendo cose che ciascuno di voi ha già ampiamente considerato e dibattuto. Ma è necessario dirle sempre, quelle parole, ci rende partecipi alla trasformazione. Parlare di una “visione” delle cose, dicevo. Capire e valutare le possibilità che abbiamo, in concreto, di cambiare le cose, secondo una visione, una proiezione degli avvenimenti, e degli intendimenti. Il “come potrebbe essere” è propulsivo, e ha valore se è universale e trasversale. Chiamiamola “una visione delle cose” alla quale io posso aderire. Deve essere un punto luminoso. Che si vede da lontano.
Se si potesse partire prima di tutto da questo “luogo” che c’è, che gli occupanti hanno difeso, e che è quello che abbiamo oggi, il Teatro Valle, un “microcosmo”, un “bozzolo”, per farlo crescere come “luogo” aperto alla cultura, a Roma, un luogo esemplare, “virtuoso”, fuori dalle spartizioni, per contagiare, in seguito, altri “luoghi”, altre realtà e persone.
Attraverso questo “luogo” possiamo esprimere una “visione”, che non è solo quella domestica di tenere aperto un teatro, e fare una programmazione qualunque, ma è dare voce a una necessità, ricostruire e riprenderci i pensieri che ci hanno portato via, è ridare dignità al lavoro, e spazio alla qualità del lavoro.
La concentrazione delle risorse sul “piccolo”, sul Valle, non vuol dire ridurre tutto a un atto “egoistico” legato a interessi particolari. Questo “luogo” è un interesse che deve uscire dall’individualità, deve uscire dal mondo del teatro e basta.
Per fare questo ci vorrebbe una “commissione” eletta a maggioranza, credibile, a cui dare fiducia .
Auspico, in tal senso, una sorta di “suffragio universale” che dia vita ad un’ampia “commissione artistica” che rappresenti tutti gli ambiti culturali, giornalisti, artisti, intellettuali, autori, attori, registi etc. ( i “nuovi 1000”). (Con un patrimonio pubblico e privato. Una sorta di fondazione senza scopo di lucro.)
E che questa commissione possa organizzare, nel “luogo”, un programma triennale di attività culturali e di intrattenimento, con un orario più ampio (come giustamente qualcuno ha sottolineato oggi) e chi più ne ha, più ne metta. Un “luogo” che solleciti, concretamente, il dialogo tra le diverse forme d’arte – il teatro è per sua colpa incestuoso. Un luogo di “connessioni”. Cosicché questo “luogo” sia la prima risposta, il primo bagliore.
E come scrive Michelstaedter sul coraggio: “(…) qui ci sono in ballo i più alti valori umani. La bellezza di un gesto è una piccola opera d’arte. In questa opera d’arte sta il criterio del valore della personalità – il criterio morale. Ogni qualvolta un individuo sogna una perfezione morale o intuisce un’armonia artistica egli dà forma all’aspirazione che c’è in fondo ad ogni uomo verso la verità: il suo interesse è un interesse universale: è un atto buono. Se ricade nella meschinità dei suoi interessi particolari: è un disonesto (…)”
Grazie.
Monica
daje!!!! La forza dell’occupazione aumenta con il passare dei giorni, il risultato della vostra fatica (anche nella gestione del quotidiano) è più bello del progetto di Valadier. Ma chi abbraccia Fulvio così calorosamente in ‘sta foto?