16 Novembre 2011
Sosteniamo l’ex cinema Arcobaleno Occupato di Bologna
dagli occupanti del Teatro Valle di Roma
Questa mattina dopo un rifiuto del Sindaco Merola ad incontrare gli occupanti il prefetto ne ha ordinato lo sgombero.
Come lavoratori dell’arte, della conoscenza e dello spettacolo che da cinque mesi occupiamo il Teatro Valle sosteniamo la lotta dell’ex Cinema Arcobaleno: per rivendicare in modo diretto ed autorganizzato i propri diritti, riaffermare la cultura e il sapere come bene comune e riappropriarsi di spazi e risorse costruendo istituzioni dal basso. Sosteniamo e rivendichiamo la pratica di resistenza che gli occupanti hanno attivato per difendere uno spazio restituito alla collettività: più di cento persone trascinate e identificate dalle forze dell’ordine, con una gestione dell’ordine pubblico che a Bologna come a Roma restringe gravemente spazi pubblici di discussione e di partecipazione.
Le istituzioni, nascondendosi dietro una pretesa legalità, cancellano con uno sgombero il desiderio di partecipazione e la volontà dei cittadini che dal basso evocano la rinascita di luoghi di democrazia partecipata e il diritto di autodeterminare le proprie vite.
In questi cinque mesi al Valle occupato si sono tenute assemblee dedicate agli aspetti più critici dell’industria cinematografica, dalla produzione alla distribuzione alla crisi delle sale, con lo scopo di proporre un diverso modo di pensare e fare cinema, un’altra concezione di ricchezza che guardi alla qualità piuttosto che al profitto.
La chiusura dei cinema e degli spazi dedicati all’arte sta causando un tragico impoverimento culturale delle città e cancellando posti di lavoro. Anche la qualità del cinema è stata gravemente compromessa dalla progressiva chiusura di sale per favorire la nascita di Multiplex, giganti che possono raggiungere anche quindici schermi e quattromila posti, legati a doppio filo con l’industria della distribuzione di massa che fa arrivare nelle sale sempre le solite pellicole, in una logica esclusivamente commerciale e di profitto.
Riaprire sale cinematografiche e rivendicarne la natura di bene comune è indispensabile per riportare le produzioni verso le regie di qualità, le distribuzioni verso un’offerta plurale. Per costruire un’altra idea di città e di socialità.
1500 cittadini? non mi pare proprio ragazzi. ce ne saranno stati un centinaio.
riappropiarsi di luoghi pubblici per il sapere? ma se lo slogan a Bologna era “occupy the world”. Ovvero, un concetto talmente generale che andava bene per tutto e niente.
solidarietà per gli occupanti? forse i vostri colleghi bolognesi non vi hanno detto che quel cinema è pericolante e non sicuro per chi ci sta dentro.
“La chiusura dei cinema e degli spazi dedicati all’arte sta causando un tragico impoverimento culturale delle città e cancellando posti di lavoro” a Bologna si vuole solo creare un nuovo centro sociale, niente di più. Se gli intenti fossero di dare vita a qualcosa di culturale alla portata di tutti, si aiuterebbero i ragazzi del Lazzaretto che hanno ricevuto un edificio in gestione dal comune e che stanno costruendo uno spazio di r-esistenza collettiva per cinema, laboratori e via dicendo.
Le possibilità ci sono, non lasciatevi ingannare da chi urla più forte e stringe poco.
Ottimo lavoro il vostro invece!