GIULIA RODANO
Nove domande al Sindaco Marino a proposito del Valle
Perché accettare l’idea che il Valle rappresenti una anomalia intollerabile, quando gli occupanti hanno consentito di mantenere a disposizione della città un bene comune che il ministro Tremonti, con i suoi tagli dissennati aveva chiuso e tolto alla fruizione di operatori e cittadini?
Perché per anni e ancora oggi si considera impossibile avere una gestione pubblica del Valle, teatro pubblico, nostro, dei cittadini?
Perché l’unica proposta che si prende in considerazione è quella di un bando per affidare a privati la gestione di questo bene pubblico?
E se il problema è la gestione, perché non si prende neppure in considerazione la possibilità di sperimentare la proposta di gestione che è contenuta nello statuto della fondazione Valle Bene Comune?
Eppure la proposta degli occupanti è chiara: la proprietà rimane pubblica e la gestione è affidata ad un azionariato di massa dei cittadini che vogliono responsabilmente prendersi cura della gestione del teatro. Perché neppure provare a discutere di una delle innovazioni più interessanti per affermare una gestione pubblica, ma non statale, pubblica, ma non lottizzata, pubblica ma partecipata di un bene comune?
Perché non verificare le proposte e le idee degli occupanti sulle regole per le direzioni artistiche, sulle possibilità di offrire spazi e luoghi alla produzione indipendente e contemporanea?
Perché privarsi a Roma della possibilità di dare forza e legalità a un’innovazione istituzionale senza precedenti?
Perché quelli che dichiarano di volere cambiare tutto, proprio sul Valle si ostinano a percorrere le strade trite e ritrite della privatizzazione e dell’affidamento ai privati, creando persino concorrenza sleale verso gli altri operatori, in una situazione in cui diventa sempre più evidente che senza sostegno pubblico il teatro non può farcela?
Un intero comitato di giuristi si è messo a disposizione del Sindaco per affrontare insieme i problemi e non sprecare un’esperienza di innovazione culturale seguite e apprezzate in tutta Europa. Perché non incontrarli?
Vi seguo e sostengo dal primo giorno e sono parte della fondazione.
Vorrei condividere con voi il mio nodo in gola per quanto sta accadendo.
Quando è iniziata l occupazione ero a belfast ma ci scrivevamo spesso.
Sono entrata in quel teatro il 19 luglio e ad accogliermi, oltre a voi, ho trovato una immagine gigante di paolo borsellino.
Sono rientrata poi con Fantasmi al Valle e ho toccato quelle travi.
Vi scrivo per condividere il mio nodo in gola.
La condivisione, la sperimentazione, la formazione e una programmazione variegata con le assemblee comuni.
Questo vorrei non terminasse.
Vi abbraccio stretti
Gioia Monica Guglielmi, socia fondatrice
ALESSANDRA FABRI
Gentile Sindaco Marino, sono una attrice e danzatrice emiliana che ha avuto modo di toccare con mano la situazione del Teatro Valle Occupato. Sono andata in scena con uno spettacolo di teatro ad aprile 2014, ma già avevo partecipato ad un seminario di didattica della danza a febbraio 2013.
R29A con (e per) il Teatro Valle
Il Teatro Valle è un teatro storico di Roma che è stato “salvato” e rilanciato dagli operatori dello spettacolo: attori, maestranze e cittadini (tra questi anche ricercatori!) lo hanno preso in gestione di fatto il 14 giugno 2011, strappandolo alla chiusura e allo sfascio, e da allora, è stato aperto giorno e notte con migliaia di eventi. E’ stato ed è anche un vero e proprio laboratorio universitario di scienze sociali (e non solo), ospitando straordinari seminari e momenti d’incontro di ogni genere resi vivi studiose e studiosi (e artist*) di tutto il mondo. E’ stata più università delle università; luogo di pensiero e di proposta, di innovazione e di riflessione, di disseminazione e di partecipazione. L’università non la fanno le mura, ma le persone e le idee: tantissime colleghe e colleghi hanno trovato lì un luogo ideale e fertilissimo, assieme a studenti e cittadinanza.
Per questo, perché la Rete 29 Aprile è e vuole essere lì dove c’è università, a sostegno della sua idea di università e di una università pubblica libera, aperta e democratica, abbiamo sempre appoggiato e partecipato all’esperienza del teatro Valle. Anche oggi, mentre è minacciato da una politica che continua a fare proprie quelle stesse logiche che minacciano l’esistenza delle università in cui ricerchiamo e insegniamo, ribadiamo il nostro essere con il teatro Valle e la “sua gente”; ribadiamo la necessità che tale esperienza non sia soffocata, trasformandosi invece in quella innovazione del rapporto tra spazi pubblici e persone di cui c’è urgente bisogno, e di cui il Valle è coraggiosa, fattiva e costruttiva esperienza.
I lavoratori dello spettacolo erano – e sono! – pienamente dentro la nostra lotta per una Università pubblica, libera e aperta, e noi siamo pienamente con loro alla ricerca di nuovi spazi e nuove forme a favore della cultura e della formazione.
Rete29Aprile
MARIO PERROTTA
Ho sempre sostenuto la causa del Teatro Valle Occupato perché credo che, al di là di contraddizioni interne che, peraltro, ho anche criticato in accesi confronti con gli occupanti, lì dentro sì stia presidiando territorio culturale, muovendo a chiamata talmente tante forze vive della cultura italiana che sembra di essere in un altro paese. Invece di osteggiare, bisognerebbe partecipare e aiutare a risolvere appunto eventuali contraddizioni, opporre semmai forza delle idee a forza delle idee. Comunque lì dentro circola vita mentre in tanti teatri italiani l’alito di morte è asfissiante.
Mario Perrotta
DAVIDE IODICE
Si può essere prevenuti, ci si può imbrigliare in mille distinguo, in infiniti ” ai nostri tempi (quali?) era diverso (cosa?) “, ci si può sentire respinti a volte da un linguaggio che non tiene il passo alla sostanza delle cose, ma quando infine si arriva al Teatro Valle o si ritorna dopo molti anni come nel mio caso, e vi si lavora anche per pochi giorni, quella sostanza si rivela in tutta la sua efficacia e autenticità; e si comprende allora che l’esperienza dei tantissimi teatranti che ‘abitano’ il Valle, dei molti giovani che qui si formano, è un esercizio democratico, ancor prima che artistico, complesso ma di grande valore. Poco importa cosa dovrebbe essere il Valle (una declinazione tardiva nella quale molti mi sembrano impegnati) o ,per contro, cosa sarebbe diventato il Valle senza l’occupazione, ci sono molti teatri italiani che pur conservando lo status architettonico, sono edifici totalmente svuotati di contenuto e perciò di funzione e in tutto simili quindi a una sala Bingo o a un supermercato; così come ci sono centri sociali, come la rote fabrik di Zurigo ai suoi inizi, divenuti centri culturali di pregio, difesi da referendum cittadini e sovvenzionati dallo stato. Quello che conta è ciò che il Valle ( che continua a essere un teatro all’italiana perfettamente conservato) è e rappresenta ora, in Italia e non solo. Impossibile oltre che nocivo non partire da qui, dal lavoro fatto, dal molto pensiero messo in circolo, dal dibattito attivato, dal modello proposto: a noi tutti.
Davide Iodice
DANIELE VICARI
Una esperienza civile, sociale, culturale e politica come quella del Valle Occupato va sostenuta, non ostacolata, dalle istituzioni. La quantitità e la qualità delle iniziative degli spettacoli, delle proiezioni realizzata dal Valle Occupato dimostra che un’altro paese è possibile. Per quello che conta, sono con voi.
LINO MUSELLA E PAOLO MAZZARELLA
Da alcuni anni, facciamo teatro insieme come Compagnia indipendente. Abbiamo quindi percorso tutte le pieghe e le piaghe del sistema teatrale e culturale italiano di questa epoca. Abbiamo provato i mille ritardi nei pagamenti, l’intransigenza folle della burocrazia e delle multe, gli spettacoli richiesti a gratis o i cachet mai saldati, l’horror vacui dei debiti, le mille e più porte sbattute in faccia da teatri e direttori artistici perché “voi siete questo e quest’altro ma io ho bisogno di nomi”,
abbiamo provato lo sconforto, la gioia, la rabbia, la lotta coi mulini a vento e la miseria, come molti di coloro che fanno teatro e come tutti quelli che fanno drammaturgia contemporanea in Italia, e che non inseguendo mode né nomi non hanno santi in paradiso. Abbiamo incontrato lungo il nostro cammino anche alcuni individui ed alcuni Teatri (Stabili e instabili..) che eroicamente da anni lottano contro tutto questo provando a ristabilire la banale logica del valore, del merito, dell’arte. Ma sono state, purtroppo, consapevoli (e quindi eroiche) eccezioni. Il Teatro Valle Occupato è nato e cresciuto come reazione a questa specifica realtà. Una realtà di degrado, di grigiore, di egoismi e di immane fatica. Una realtà la cui vera logica è stata ed è -ormai da tempo- la triste e spietata logica del si salvi chi può. Il Teatro Valle Occupato, come tutte le realtà nuove che il proprio orizzonte lo devono costruire ed anzi cercare fra le macerie, avrà senz’altro aspetti che possono ed anzi devono essere messi in discussione. Ma ha riaffermato con coraggio -e grazie all’impegno quotidiano e comune di tante persone, di tante teste, di tanti cuori- i valori della condivisione, del merito, della bellezza e della libertà dell’arte teatrale, sparigliando le carte di un gioco che pareva e pare stanco e senza vie d’uscita. Mettendo al centro di tutto ciò l’idea di cultura come bene comune. Ecco perché ci sentiamo di dire che quell’esperienza va non solo difesa e sostenuta, ma aiutata a crescere, ed anzi amata. La concezione di bene comune è qualcosa che implicitamente chiede partecipazione (anche critica) e condivisione. Noi al Valle Occupato abbiamo fatto due nostri spettacoli, trovando sempre cura, attenzione, rispetto, correttezza e amore per il teatro e per chi ci lavora. Presentare i nostri lavori è stato il nostro modo -l’unico che abbiamo- di amare e di difendere questo luogo e questa esperienza. Ci auguriamo di cuore che questa luce -che brilla oggi in una oscurità inquietante- non venga soffocata dall’alto, ma anzi venga aiutata a diventare sempre più forte, consapevole e luminosa.
Compagnia MusellaMazzarelli
ACTION DIRITTI IN MOVIMENTO E PACHAMAMA
A FIANCO DEL TEATRO VALLE OCCUPATO, COME PATRIMONIO COMUNE
DELLA CULTURA LIBERATA A ROMA, IN ITALIA E IN EUROPA.
LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO MARINO CHE CHIEDE AGLI OCCUPANTI DEL VALLE
L’USCITA DAL TEATRO PER METTERLO A BANDO, SONO LA DIMOSTRAZIONE CHE LA VACANZA DELLA CULTURA A ROMA CONTINUA E L’AFA FA’ DANNI.
LA CULTURA A ROMA NON PUO’ E NON DEVE ESSERE ASSOGGETTATA AGLI INTERESSI DELLE REGOLE DEL MERCATO E QUINDI DEI PROFITTI PRIVATI.
UNA GIUNTA NATA DAL MOTTO ROMA BENE COMUNE, SI RITROVA A S/VENDERE IL PATRIMONIO PUBBLICO, PER RIPAGARE DEBITI E METTERE A PROFITTO PER I SOLITI NOTI, CHE CON I LORO MEGAFONI (Messaggero e Il Tempo), STRAPARLANO DI LEGALITA’, DOPO LA CORRUZIONE DILAGANTE DATA DA BANDI E GARE TRUCCATE.
SINDACO RIPENSACI E IMPOSTA UN TAVOLO DI CONFRONTO CON CHI STA SPERIMENTANDO CONCRETAMENTE UN MODELLO DI GESTIONE DI UN BENE COMUNE, IN MANIERA INNOVATIVA SOSTENIBILE E SOPRATUTTO PARTECIPATA, DO YOU REMEMBER, LA PARTECIPAZIONE NON DOVEVA ESSERE L’ELEMENTO CHE CARATTERIZZAVA IL POST ALEMANNO ?
ACTION E PACHAMAMA SARANNO SEMPRE A FIANCO DEL VALLE OCCUPATO E PRONTI ALLA NECESSARIA MOBILITAZIONE A DIFESA DI UN’ESPERIENZA TALMENTE VIVA DA ARGINARE IL DESERTO CULTURALE IMPERANTE,
IL VALLE OCCUPATO E’ UN CUORE PULSANTE DI UN NUOVO MODELLO DI CITTA’,
UN BRAVO CHIRURGO, “DI CHIARA FAMA” DESISTEREBBE E RIFLETTEREBBE
SULLE CONSEGUENZE DI UN’INTERVENTO SBAGLIATO.
ACTION DIRITTI IN MOVIMENTO E PACHAMAMA
TEATRO DEL LIDO DI OSTIA
Percepire l’occupazione del teatro Valle come atto di illegalità vuol dire scegliere di non comprendere l’esigenza che migliaia di operatori e operatrici culturali, artisti/e, cittadini/e di Roma hanno voluto esprimere supportando un progetto di cambiamento radicale, dal basso, delle politiche culturali e sociali del sistema teatrale romano e nazionale. Ci rifiutiamo di credere che quest’amministrazione sia talmente sorda da non percepire il grido che negli ultimi anni, da vari quadranti della nostra città e del nostro paese, si è costantemente lanciato per denunciare il veloce decadimento delle politiche socio/culturali e l’impoverimento generazionale delle sale teatrali. Allo stesso tempo non comprendiamo come si possa essere, da anni, così ciechi di fronte all’esigenza diffusa e condivisa di un senso d’appartenenza rispetto ai luoghi di aggregazione culturale, che dovrebbero rappresentare una risorsa sociale, economica e creativa per tutti/e i cittadini e le cittadine, a partire dalle politiche sull’accessibilità dei prezzi.
Le molteplici esperienze di autogestione che sono nate negli ultimi anni nella città di Roma dovrebbero rappresentare uno stimolo costruttivo per le istituzioni che la governano. Gli occupanti altro non sono che liberi/e cittadini/e che hanno messo a disposizione il proprio tempo, le energie, le prospettive, le visioni, e, in alcuni casi, le proprie fedine penali, a tutela di un modello culturale alternativo e sostenibile non solo per se stessi in quanto lavoratori e lavoratrici dello spettacolo e operatori/operatrici culturali, ma soprattutto per la propria città in quanto comunità alla continua ricerca di un’identità culturale viva e partecipata. Perché allora strumentalizzare questa passione genuina definendola illegale? Cosa avrebbero dovuto fare quei cittadini e quelle cittadine per arrestare quella triste deriva se non prendere in mano il proprio destino e lottare per difendere quello in cui credono?
Il Teatro del Lido di Ostia auspica che le istituzioni riprendano il dialogo interrotto con la comunità cittadina del Teatro Valle, per la costruzione di un percorso comune che porti all’individuazione di un modello di gestione condiviso, ma soprattutto si augura che questo rappresenti la soluzione migliore per tutti/e i/le cittadini/e della capitale.
Ass.Teatro del Lido
RAFFAELE GAVARRO, presidente consulta arte, critico e curatore d’arte
Mi sembra proprio necessario dire qualcosa sulla situazione del Teatro Valle Occupato e su quello che con buona probabilità potrà accadere nei prossimi giorni o settimane.
A nessuno piace l’illegalità e nemmeno, ne sono certissimo, agli occupanti del più antico teatro di Roma.
Ma vale la pena ricordare che il teatro fu occupato nel giugno del 2011 per impedire che dopo lo scioglimento dell’Eti il Valle passasse in mano ai privati. Lo ricordo perché troppo spesso i fatti nuovi fanno dimenticare i vecchi. In tre anni gli occupanti hanno organizzato, gestito e permesso che il teatro rimanesse uno spazio pubblico, aperto a tutti. Hanno pensato e realizzato un modello nuovo e partecipato di gestione di un bene comune, gettando le basi per dare forma a una fondazione pubblica con la collaborazione di esperti (che naturalmente potrà essere discussa nel merito e nel caso migliorabile), e trovando persino buona parte delle risorse economiche necessarie alla sua costituzione. Alcuni dicono che il Valle non ha avuto una programmazione artistica all’altezza in questi anni, e che non pagare le utenze e la Siae abbia rappresentato una concorrenza sleale verso gli altri teatri. Io credo che anche se in linea di principio questi siano argomenti ammissibili e, almeno in parte, condivisibili, la realtà sia ben diversa e vada valutata sotto altri profili. Chiunque sia stato al Valle anche solo una volta, sa che gli occupanti hanno fatto enormi sacrifici professionali e anche esistenziali, e hanno tra mille difficoltà trasformato l’occupazione in un’esperienza artistica tout court, in grado di coinvolgere ampi settori della comunità romana. A riprova di questo c’è stata l’assegnazione proprio quest’anno del prestigioso Premio Internazionale ECF Princess Margriet, istituito dalla European Cultural Foundation e ritirato il 18 marzo scorso al Bozar, il Palazzo delle Belle Arti Di Bruxelles. Il premio è stato assegnato proprio come esempio di collaborazione tra cultura e società nella battaglia per i beni comuni. Un premio che arriva dal centro dell’Europa, e che anche per questo ha un enorme valore simbolico.
Ora pare che il Sindaco Ignazio Marino intenda procedere ad uno sgombero e ad un ripristino della legalità, cancellando di fatto quest’esperienza. Una scelta molto, molto, tardiva e che allo stato attuale delle cose non potrà trovare alcun tipo di giustificazione e sostegno anche, e non è poco, a livello internazionale. Non c’è infatti ragione né alcuna logica, sempre stando al tempo e allo stato dei fatti attuali, nel non dare effettivo corso all’ipotesi di fondazione elaborata dagli occupanti, magari limitata ad un tempo di prova, un biennio ad esempio, che vada a verificare la bontà del progetto e il suo reale funzionamento. Una scelta del genere porterebbe finalmente il teatro fuori dall’illegalità e consentirebbe, in un momento di crisi economica che sta particolarmente colpendo la cultura nella capitale, di provare nuove e diverse modalità di gestione culturali, nonché di reperimento e di utilizzo delle risorse pubbliche.
Nei mesi appena trascorsi l’ex Assessore alla Cultura, che come sappiamo ha mancato praticamente tutto il mancabile, aveva però cercato di valutare la questione attraverso la nomina e il lavoro di “facilitatori”, che avrebbero dovuto fornire elementi concreti per una mediazione tra amministrazione e occupanti. Del loro lavoro non c’è traccia, o peggio il Sindaco non ne ha evidentemente tenuto alcun conto, non menzionandoli mai nelle proprie recenti dichiarazioni. Viene persino il dubbio che ne sia a conoscenza.
Io ritengo, e lo faccio a titolo personale, che la questione del Valle acquisti oggi un particolare e decisivo valore in termini di principio per tutta la situazione della cultura romana, e nondimeno per le scelte sulle politiche culturali che pure, prima o poi, dovranno essere fatte per la nostra città.
Mi auguro davvero che tutto ciò sia debitamente considerato dalla nostra amministrazione in maniera pragmatica e senza preconcetti, giungendo a soluzioni coraggiose e innovative, quelle per le quali tutti, o molti di noi, hanno votato per Marino e un ritorno della sinistra al governo della città.
CARLO TESTINI
“Mentre il Comune di Roma è senza un assessore alla Cultura da più di un mese, mentre storici presidi dell’associazionismo culturale chiudono per affitti esosi e mancanza di spazi (vedi il Forte Fanfulla. Quelli che vogliono bene al Pigneto), mentre il Teatro Eliseo rischia di chiudere per fallimento, mentre tutti fanno una fatica enorme per realizzare le rassegne dell’Estate Romana (perché diciamocelo, il budget che il Comune investe in Cultura non è affatto adeguato!), mentre ci si interroga sul futuro del Macro e di tanti altri spazi istituzionali praticamente vuoti, il Sindaco Marino cosa fa? Sfratta una delle esperienze più interessanti nate negli ultimi anni: gli occupanti e tutti i cittadini che hanno promosso, supportato, frequentato, inventato il Teatro Valle Occupato . Per fare cosa? Un BANDO.
Tutti, ma proprio tutti, quelli che si occupano di politiche culturali in Europa stanno ragionando su come restituire la Cultura e i suoi spazi ai cittadini. Su cosa vuol dire promuovere partecipazione culturale, rafforzare competenze culturali, costruire nuovi pubblici attraverso la condivisione di progetti con le comunità che accolgono teatri, cinema, spazi espositivi, spazi culturali stop. Al teatro Valle è nato un progetto di Fondazione che ha coinvolto giuristi, cittadini, operatori, attori, lavoratori, registi, scrittori, etc.
Caro Sindaco Marino, ma non ti viene voglia di capire se c’è una via diversa alle vetuste modalità di gestione degli spazi pubblici, che purtroppo sono sempre più vuoti e sempre meno attenti a sperimentazione nel contemporaneo. Almeno un pizzico di curiosità intellettuale. E poi, non ti viene in mente che se quella esperienza dura da TRE anni coinvolgendo decine di migliaia di persone, ha una sua potenza politica, sociale, creativa e culturale non indifferente? Cosa propone il sindaco della capitale italiana, città dalle mille risorse culturali? Un BANDO. Molti di noi si sarebbero aspettati molto, ma molto di meglio.
Ma forse al Sindaco di Roma e alla sua giunta non interessano davvero Politiche Culturali della e per la città. Siamo rimasti al marketing culturale anni ’90. Allora non ci resta cha difendere con le unghie e con i denti il Teatro Valle Occupato e i tanti spazi autogestiti che in questi ultimi anni hanno reso unico il panorama culturale di questa città. Difendiamoci, va”.
FILIPPO LANGE, Sel Roma X
Il sindaco Marino si apra ad un confronto vero e serio con il Teatro Valle!
Mi associo alle voci che si sono levate in queste ore a difesa di una soluzione giusta per il Teatro Valle, occupato e autogestito dai lavoratori e lavoratrici dello spettacolo da circa tre anni, in reazione alla dissoluzione delle politiche culturali nella città e nel paese.
Il percorso avviato nel Teatro Valle in questi anni ha saputo promuovere una riflessione generale sui modelli di management culturale di un storico stabile teatrale, di assoluta importanza strategica nel sistema di offerta cittadina. La mobilitazione di intelligenze e sensibilità che intorno all’esperienza del Teatro Valle si sono accumulate ed espresse rappresenta uno dei momenti di attivazione civile più importanti del panorama politico e culturale di quest ultimi anni.
Anni di intenso e virtuoso lavoro in cui il Valle occupato ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti cittadini, nazionali ed internazionali facendosi laboratorio di idee, elaborazioni e creatività e assurgendo ad un vero e proprio polo della conoscenza, della formazione, dello spettacolo dal vivo e dell’innovazione.
Per questo motivo il Sindaco Marino avvii da subito un dialogo con i soci del Teatro Valle, che parta dal riconoscimento di fatto del ruolo della Fondazione istituita grazie al contributo di migliaia di cittadini e associazioni, e le cui prerogative devono rappresentare il punto di partenza per un sano processo negoziale.
La proposta del sindaco di pubblicazione di un bando per la gestione del Valle rappresenta una soluzione affrettata, costosa ed inefficace. Meglio studiare forme di co-gestione trasparente e partecipata di un bene pubblico, lasciando spazi alla sperimentazione di nuovi modelli organizzativi.
Il sindaco batta un colpo e si confronti per davvero con l’esperienza del Teatro Valle!
Lange, Sel Roma X
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Sostegno dagli artisti di FACK MSUV PROJECT a Novi Sad
“Difendiamo il Teatro Valle Occupato – We defend the occupied theater Valle“
WHILE HERE IN NOVI SAD (SERBIA) THE OCCUPIED THEATER VALLE PARTICIPATES ACTIVELY IN THE REALISATION OF THE FACK MSUV PROJECT – A NEW EXPERIMENT IN CO-DIRECTION WITH THE MUSEUM OF CONTEMPORARY ARTS OF VOJVODINA AND IN DIALOGUE WITH THE PROVINCE ADMINISTRATION WITH THE AIM TO TRANSFORM THE MUSEUM IN A COMMON SPACE – IN ROME THE CITY MAYOR IGNAZIO MARINO THREATENS TO VACATE THE VALLE AND TO END ONE OF THE MOST SIGNIFICANT INTERNATIONAL PARTICIPATIVE EXPERIENCES WHICH SHOWED TO MANY OF US, ARTISTS AND ACTIVISTS FROM AROUND THE EUROPE, A WAY TO VALID AND CONCRETE ALTERNATIVE TO DOMINANT AND FAILING SOCIAL AND CULTURAL MODELS. WE ARE PROFOUNDLY PREOCCUPIED WITH THIS SUDDEN ATTACK BY THE ITALIAN INSTITUTIONS ON OUR FRIENDS AND COLLEAGUES FROM OCCUPIED THEATER VALLE AND THEREFORE WE EXPRESS TO THEM ALL OUR SUPPORT AND SOLIDARITY AND OUR READINESS TO INTERVENE ON THEIR SIDE.
partecipanti a FACK MSUV / participants: THEATER EMBROS (GR) / MACAO (IT) / SALE.DOCKS (IT) / CAMILLA CAMILLI (IT) / VLADAN JEREMIĆ & ART LEAKS (SRB/INT) / ZAVOD SPLOH (SLO) / ALESSIO CAVALLUCCI (IT) / LUCA BERARDI (IT) / ABELE GASPARINI (IT) / ART OF BEING MANY (D) / LIZ RECH (D) / HAMBURGER GÄNGEVIERTEL (D) / LEDA SACCHETTI (IT) / NHANDAN CHIRCO (IT) / BRANKA PARLIĆ (SRB) / KNAP (SRB) / BRANKO POPOVIĆ (SRB/IT) / BORIS KOVAČ (SRB) / MARIA ZACHAROGIANNI (GR) / LIANA GIANNAKOU (GR) /RENA RÄDLE (D) / SAMO KUTIN (SLO) / ANA KRAVANJA (SLO) / VID DRASLER (SLO) / JOST DRASLER (SLO) / MARKO KARLOVCEC (SLO) / TOMAZ GROM (SLO) / SPELA TROST (SLO) / SANJA KOJIĆ MLADENOV / MSUV (SRB) / JOVAN JAKSIC (SRB) / SONJA JANKOV (SRB) / EDUARDO CASSINA (ES) / LIVIA DUDAREVA (RUS) / DIMITRIS COSMIDIS (GR) / NIPOŠTO (NIPOŠTO BP) / RADIO GARBINO (IT) / CURIO KITECHA (SLO) / DRAGANA ALFIREVIC (SRB) / DEJAN SRHOJ (SLO) / MARJETA KAMNIKAR (SLO) / IVANA KORAĆ (SRB) / ALEKSANDAR BEDE (SRB) / SVETLANA MILIĆ (SRB) / BARBARA NOVAK (SLO) / FERDINANDO MAZZITELLI (IT) / FLORA VANNINI (IT/FR) / ANGELO CASTUCCI (IT) / IGOR LEČIĆ (SRB) / BOSILJKA ZIROJEVIĆ (SRB) / JOVAN GVERO (SRB) / ELENA AGOSTI (IT) / CHRISTIAN MASTROIANNI (CHRIS YAN) (IT) / CATRINEL CATANĂ (RO) / VLADIMIR TEGELTIJA (SRB) / UNA JANKOV (SRB) / DRAGAN JANKOV (SRB) / CRISISART (IT/US) / SCOTT D. MCGEHEE (US) / TPO (IT) / CRISTIAN CRESCENTE (IT) / GIAIME BARDUCCI (IT) / GREGOR KAMNIKAR (SLO) / MOTEL TROGIR (CRO) / LIDIJA BUTKOVIĆ MIĆIN (CRO) / MAAM (IT) / MARIA CERBASI (IT) / ELI MCBETT (IE) / ANTOINE CASSAR (MT) / SONJA RADAKOVIĆ (SRB) / STEFANOS MONDELOS (GR) / VASIA PARASKEVOPOULOU (GR) / ZALAB (IT) / LOBOTORIJA (SRB) / BORJANA VALČIĆ (SRB) / NEBOJŠA MALEŠEVIĆ (SRB) /CAMILLA CAMILLI (IT) / CARLOTTA BISELLO (IT) / ROTOR (A) / MARGARETHE MAKOVEC (A) / AZRA AKSAMIJA (US/A/BIH) / URSKA ZENKO (A) / EVA MERAN (A) / ANUSCHKA SOPHIE JANICKE (D) / ZORAN POPOVIĆ (SRB) / VOJISLAV MARTINOV (SRB) / MARKO ERCEGOVIĆ (SRB) / LUKA KULIĆ (SRB) / ELENA AGOSTI (IT) / SLOBODAN VOJVODIĆ (SRB) / VAHIDA RAMUJKIĆ (SRB) / RADHARANI PERNARČIČ (SLO) / MIHAILO MARKOVIĆ (SRB) / NIKOLA KUVAR / MILICA MALETIN (SRB) / RASTKO CHIRCO POPOVIĆ (IT-SRB) / VERA CHIRCO POPOVIĆ (IT-SRB) / ANDREA PETROVIĆ (SRB) / STANISLAV DRČA (SRB) / SINIŠA TUCIĆ (SRB) / ŠIŠARKA (SRB) / DRAGAN ILIĆ (SRB/AUS/USA)
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CHRISTOPHE SERMET
Soutien aux amis du Teatro Valle Occupato
Je suis à la fois triste et alarmé par le danger qui plane au-dessus du Teatro Valle Occupato ces jours-ci..
Les 14 et 15 février derniers nous avons joué Mamma Medea, de Tom Lanoye – au TVO. Il s’agit d’un spectacle belge créé en 2011, que nous avons eu l’occasion de jouer dans divers théâtres de Belgique et de France (notamment au Théâtre de l’Odéon, à Paris, en mai 2012). Mamma Medea est une production du Rideau de Bruxelles, l’une des principales scènes subventionnées de Belgique francophone.
Dès les premiers contacts avec les « occupants » du Valle, nous avons perçus une formidable énergie, un besoin d’entreprendre et de partager, animé par une équipe solide et déterminée.
Nous avons été accueillis de manière extrêmement professionnelle au Valle, dans un théâtre en parfait état, tenue par des travailleurs du spectacle au dévouement sans faille, au professionnalisme qui n’a rien à envier aux grandes scènes européennes. Nous avons découvert un lieu foisonnant, comme nous n’en avions jamais vu, rempli d’une énergie créatrice extraordinaire et contagieuse, où l’on créait et pratiquait son art à tous les étages. Où le soucis de transmettre son savoir faire technique et scénique aux plus jeunes était perceptible à chaque étape de la mise en forme du spectacle que nous apportions…
Ces deux représentations furent une vraie rencontre, une manière de faire voyager des projets artistiques au-delà des frontières, l’occasion d’échanger des pratiques théâtrales, proches dans l’esprit, mais éloignés géographiquement et esthétiquement. Une rencontre dont l’accueil très chaleureux du public romain venu en nombre fut la preuve qu’il y a dans ce domaine des champs à explorer, de programmer du théâtre et d’animer un lieu culturel différemment, à la marge des sentiers battus des grandes institutions.
Je tiens à apporter mon soutien sans faille et témoigner mon amitié aux occupants du lieu, au projet qu’ils animent avec autant de ferveur, à la flamme qu’ils entretiennent. Je tire mon chapeau à ce modèle de démocratie directe qu’ils sont parvenus à faire fonctionner contre vents et marées. Cette aventure, unique en Europe, répond à une nécessité, un besoin vital, de repenser le fonctionnement des institutions culturelles, au nord comme au sud de l’Europe. La fin de cette aventure serait catastrophique, une énorme déception pour tous ceux qui envisagent les arts de la scène comme une aventure collective. Ceux qui rêvent de théâtres où les jeux de pouvoirs institutionnels ne prennent pas systématiquement le pas sur les utopies artistiques. Ceux qui pensent que ces utopies peuvent devenir rapidement très concrètes en se retroussant collectivement les manches. Ceux qui pensent qu’en temps de crise nos sociétés, plus que jamais, ont besoin d’arts et de culture, besoin d’espaces où le désarroi et les projets de nouvelles utopies puissent trouver des endroits pour s’inventer, s’explorer, s’exprimer… Un endroit dédié à l’art vivant et au vivre ensemble.
Que l’on écrabouille pas ça, par pitié !
Christophe Sermet, metteur en scène, Bruxelles
(Artiste associé au Rideau de Bruxelles, directeur artistique de la Compagnie du Vendredi)
Sostegno agli amici del Teatro Valle Occupato
Sono allo stesso tempo triste e allarmato per il pericolo che plana in questi giorni sul Teatro Valle Occupato…
Il 14 e 15 febbraio ultimi, abbiamo replicato Mamma Medea, di Tom Lanoye, al TVO. E’ un spettacolo belga creato nel 2011, che abbiamo rappresentato in diversi teatri in Belgio e in Francia (uno fra tutti, il Teatro de l’Odéon, a Parigi, nel maggio 2012). Mamma Medea è una produzione del Rideau de Bruxelles, una delle principali compagnie di lingua francese sovvenzionate in Belgio.
Fin dai primi contatti con gli “occupanti” del Valle, abbiamo percepito un’incredibile energia, un bisogno di fare e di condividere, animata da un gruppo solido e determinato.
Siamo stati accolti in modo estremamente professionale, in un teatro in perfetto stato, mantenuto da alcuni lavorat* dello spettacolo completamente dediti a questo spazio, professionisti che non hanno niente da invidiare alle grandi scene europee. Abbiamo scoperto un luogo pulsante, come non ne avevamo mai visti, colmo di un’energia creativa straordinaria e contagiosa, dove creare e praticare la propria arte a ogni piano. Dove la volontà di trasmettere le proprie conoscenze tecniche e sceniche ai più giovani era percepibile a ogni tappa del montaggio del nostro spettacolo…
Queste due repliche sono state un vero incontro, un modo per far viaggiare progetti artistici al di là delle frontiere, l’occasione di confrontare pratiche sceniche, vicine nello spirito, ma lontane geograficamente e esteticamente. Un incontro al quale il pubblico romano ha partecipato numeroso e con grande interesse, dimostrando che in questo campo ci sono possibilità da esplorare, programmazioni da inventare e possibilità di animare un luogo culturale in modo diverso, a margine dei sentieri battuti dalle grandi istituzioni.
Ci tengo a testimoniare il mio assoluto sostegno e la mia amicizia agli occupanti del luogo, al progetto che animano con tanto fervore, al fuoco che tengono vivo. Tanto di cappello a questo modello di democrazia diretta che sono riusciti a far funzionare malgrado le avversità. Questa avventura, unica nel panorama europeo, fa eco a una necessità, a un bisogno vitale, di ripensare il funzionamento delle istituzioni culturali, a nord come al sud in Europa. La fine di questa avventura sarebbe una catastrofe, un’enorme delusione per tutti coloro che immaginano le arti della scena come un’avventura collettiva. Che sognano teatri dove i giochi dei poteri istituzionali non hanno sistematicamente il sopravvento sulle utopie artistiche. Che pensano che queste utopie potrebbe rapidamente diventare concrete se tutti insieme ci rimboccassimo le maniche. Che pensano che in tempi di crisi le nostre società, più che mai, hanno bisogno d’arte e di cultura, bisogno di spazi dove lo smarrimento e i progetti di nuove utopie possano trovare luoghi per inventarsi, esplorarsi, esprimersi…
Un luogo dedicato all’arte dal vivo e al vivere insieme. Non buttiamo via tutto, per pietà!
Christophe Sermet, regista teatrale, Bruxelles
(Artiste del Rideau de Bruxelles, direttore artistico della Compagnie du Vendredi)
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Simon K. Boberg & Mads Wille
UNCONDITIONAL SUPPORT OF TEATRO VALLE OCUPATO
We, at Husets Teater in Copenhagen, Denmark, hereby give our full support to the group of artists and citizens gathered at the Teatro Valle Ocupato, who for the last two-three years have inspired the entire european theatre community. This project or series of events and actions have reminded us all of the fact, that art is not a commodity but a necesity, and that democracy is not a right but a struggle. We therefore strongly urge the Mayor of Rome to acknowledge Teatro Valle Ocupato’s tremendous contribution to the artistic and cultural life of Rome and Italy (and Europe) and subsequently open up to a constructive dialogue with the representatives of the theatre.
Husets Teater is the leading theatre for new european playwriting in Copenhagen, and we have had the pleasure of working with both Fausto Paravidino (in 2010) and with Crisitian Ceresoli and Silvia Galerano on two occasions. Along with several other European theatres, we have experienced the commitment and the high professional level of these artists, and we are already planning to continue the collaboration with Teatro Valle Ocupato in the future. It is ironic and somewhat absurd that the Italian Cultural Ministry and/or the city of Rome should be the last to realize that Teatro Valle Ocupato as a selfgoverned, artistic venue is something unique and extremely valuable. Please realize it now and please let this project evolve further and give us, the collegues all over Europe, the opportunity to participate and to learn from the pioneers of Teatro Valle Ocupato.
Along with our German collegues at the Gorki we say: Let the Teatro Valle continue it’s creative and selfgoverned development – without a free and independent art there can be no democracy.
Simon K. Boberg & Mads Wille
Artistic Directors, Husets Teater, Denmark
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Berlin, den 14.7.2014
Wir, das Kollektiv Conflict Zone Arts Asylum des Maxim Gorki Theaters Berlin, wenden uns an die italienischen Behörden und den Bürgermeister von Rom, Dr. Ignazio Marino, um sie von der Dringlichkeit zu überzeugen, das Teatro Valle Occupato als lebendigen Ort für Austausch und als einen kulturellen Repräsentanten Italiens im Ausland nicht zu räumen. Wir glauben daran, dass es fester Bestandteil der Demokratie sein muss, Orten wie dem Teatro Valle Occupato Platz und Teilhabe in der Gesellschaft zuzusichern. Das Maxim Gorki Theater hieß die weltweit gefeierte Produktion „La Merda“ im Juni 2014 in Berlin willkommen und kam in Kontakt mit den Künstler*innen des Teatro Valle. Das Kollektiv um das besetzte Theater beeindruckte uns nachhaltig durch hohen Qualitätsstandard ihrer Arbeit und die selbstverwaltete Organisation, die diesen Standard möglich machen. Die Plattform Valle vereint interdisziplinär Denker*innen und Künstler*innen an einen Ort, den sie als gemeinsamen Streit-, Kunst- und Diskussionsraum eingerichtet haben. Wir fühlen uns den Kolleg*innen des Teatro Valles im Geiste verbunden und nehmen uns ein Beispiel an der Kraft und Vision des Kollektivs, welches das Teatro Valle unverwechselbar ausmacht. Eine große Inspiration geht von diesem Kollektiv in die gesamte Theaterwelt aus, welche die Produktionen des Theaters durchwegs feiert und mit herausragenden Kritiken überhäuft. Teatro Valle Occupato steht im besten Sinne für italienisches Theater und macht auf internationalen Kunst- und Theaterfestivals von sich reden. Wir sind besorgt über die Äußerungen des Bürgermeisters Dr. Ignazio Marino eine „finale Lösung“ für das „Problem“ Teatro Valle Occupato finden zu wollen. Die Künstler*innen des Theaters suchen seit einem Monat Austausch mit den Behörden, der ihnen bislang verweigert wurde. Symbolische Besetzungen des Kulturministeriums und Demonstrationen sind ein Hilferuf nicht nur an die zuständigen Behörden, sondern an die internationale Theaterwelt, um auf die Gefahr hinzuweisen, dass das Teatro Valle droht geräumt zu werden und damit der einmalige, inspirierende Geist, der von ihm bislang ausgeht, verloren geht. Die Theaterwelt schaut gerade nach Rom. Wir, Künstler*innen aus Berlin, schauen zu unseren Kolleg*innen ins Teatro Valle und sprechen unsere bedingungslose Solidarität aus.
Lassen Sie dem Teatro Valle Occupato seine selbstverwalteten Schaffensprozesse. Ohne freie, vom Staat unabhängige Kunst, kann eine demokratische Gesellschaft nicht existieren.
Marianna Salzmann, Artistic Director of Conflict Zone Arts Asylum
Berlin, den 14.7.2014
Noi, il collettivo Conflict Zone Arts Asylum del Maxim Gorki Theater di Berlino, ci rivolgiamo alle autorità italiane e al sindaco di Roma, dott. Ignazio Marino, affinché comprendano la necessità che il Teatro Valle Occupato, in quanto luogo di scambio artistico e rappresentativo dell’Italia all’estero, non debba essere sgomberato. Crediamo fondamentale che in una democrazia luoghi quali il Teatro Valle Occupato debbano essere garantiti come spazi e patrimonio della società. Il Maxim Gorki Theater, nel giugno del 2014, è stato lieto di ospitare la produzione „La Merda“, di successo mondiale, occasione che ha permesso uno scambio con gli artisti del Teatro Valle. Il collettivo che si occupa del teatro occupato ci ha particolarmente colpito per l’elevata qualità del lavoro e dell’organizzazione autogestita, che ha reso possibile uno standard artistico e culturale così alto. La piattaforma del Valle assembla artisti e intellettuali di diverse discipline in uno spazio divenuto ormai spazio comune per la protesta, l’arte e la discussione. Noi ci sentiamo uniti nello spirito ai colleghi del Teatro Valle e li consideriamo degli esempi da seguire per la loro forza e per la loro visione di una collettività, fattori in grado di renderlo finora un’esperienza inconfondibile.
Tale collettivo è fonte di enorme ispirazione per l’intero mondo teatrale, che acclama puntualmente le sue produzioni e le ricopre di critiche eccellenti. Il Teatro Valle Occupato è ormai rappresentativo per il teatro italiano all’estero e la sua presenza in numerosi festival internazionali di teatro e di arte ha fatto sì che se ne discuta anche a livello internazionale. Siamo quindi preoccupati per le esternazioni del Sindaco dott. Ignazio Marino che si auspica di trovare „una soluzione finale“ per il „problema“ Teatro Valle Occupato. Gli artisti del teatro cercano da mesi un dialogo con le autorità, finora negatogli. L’occupazione simbolica dell’Assessorato alla Cultura e diverse altre manifestazioni sono un grido d’aiuto rivolto non solo alle autorità competenti ma anche al mondo teatrale internazionale affinché venga a conoscenza del pericolo di uno sgombero del Teatro Valle e quindi del dissolvimento del suo spirito, rivelatosi fino ad oggi unico e illuminante. Tutto il mondo del teatro ha gli occhi puntati su Roma in questo momento. Noi, artisti di Berlino guardiamo i nostri colleghi nel Teatro Valle ed esprimiamo la nostra incondizionata solidarietà.
Lasciate che il Teatro Valle continui il suo percorso creativo autogestito. Senza un’arte libera e indipendente dallo Stato non può esistere una società democratica.
Marianna Salzmann, Artistic Director of Conflict Zone Arts Asylum
Lucia Lunghini – Cittadina
Un intero comitato di giuristi si è messo a disposizione del Sindaco per affrontare insieme i problemi e non sprecare un’esperienza di innovazione culturale seguite e apprezzate in tutta Europa. Perché non incontrarli?
Perché privarsi a Roma della possibilità di dare forza e legalità a un’innovazione istituzionale senza precedenti?
PERCHE’?
CHE IL SINDACO RISPONDA.
Sto con il valle perché la creatività e l’arte non s’ingabbiano, perché sono segno di libertà e di partecipazione …perché Roma ha bisogno di cultura !
Anch’io penso che i beni comuni sono di tutti mi auguro che le istituzioni accolgano le vostre istanze.
Lucatelli Daniela
brave/bravi non mollate!
avete ridato vita ad unTeatro destinato a morire anzi già “morto”
capaci di attrarre con le vostre iniziative molto pubblico
coinvolgendo artisti,attori/attrici di livello nazionale/internazionale,
CONTINUATE E GRAZIE PER IL VOSTRO LAVORO !COMPLIMENTI A TUTTI VOI
Iness Contesso
SONO UNO DEI FONDATORI. MARINO PURTROPPO NON HA LA LA STOFFA DI UN GRANDE DIRETTORE CHE SERVE A ROMA. CITTA’ COMPLESSA, ETEROGENEA, CON GRANDI PROBLEMATICHE SOCIALI, ECONOMICHE E DI MOBILITA’. IL VALLE E’ UN’ESPERIENZA ( culturalmente parlando) PARAGONABILE AL MOVIMENTO DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE. UN’ARIA NUOVA PER USCIRE DAI VECCHI SCEMI E ATTINGERE NUOVA LINFA PER IL FUTURO. SALUTI. BUON LAVORO.
CORSO GIULIANO MARIO, socio fondatore
Firmo, perchè è uno dei pochi posti che mi rendono fiera della mia città!
Claudia Gioia, cittadina
sono una cittadina romana dalla nascita fino ai 63 anni che ho compiuto e
sono tra i soci fondatori e condivido la finalità dell’arte come bene
comune.la città di Roma e la cultura sono anche miei e le relative scelte
politiche voglio che siano condivise anche da me.
Nuccia Santuccio, socia fondatrice
Condividiamo il contenuto dela lettera aperta e continuiamo a sostenere vostro progetto.
Cosima Minardi ed Antonio Versari (pensionati dal lavoro, ma non dalla cultura!).
Roma
Continuate con il vostro importante impegno. Un abbraccio solidale.
Aderisco ancora una volta all’iniziativa del teatro vallebenecomune per ribadire la necessità di avere per questa città uno spazio-cultura-vita in cui la storia e l’identità di ognuno possa diventare un patrimonio di tutti
GRAZIE
Cecilia Spetia
Ciao, ho contribuito come socia al Teatro Valle Bene Comune e vi sosterro’ SEMPRE!
Patrizia Cipolloni, cittadina e dipendente comunale, socia fondatrice
Firmo anche io e vi ringrazio per la guerra all’ignoranza dei nostri amministratori, alla cupidigia dei nostri imprenditori, al silenzio dei nostri mezzi d’informazione, alla nostra stessa insipienza di strada che vi siete accollati con tanto entusiasmo.
Anna Rizzello
ECCO FIRMO CON MOLTA PARTCIPAZIONE E CONSAPEVOLEZZA CHE L’ESPERIENZA DEL TEATRO VALLE è oggi un grande ed efficiente laboratorio di DEMOCRAZIA PARTECIPATA . GRAZIE A TUTTI VOI CHE AVERE RESO POSSIBILE TUTTO QUESTO.
Raffaele Sisca
Salviamo il teatro Valle.
Annabella Bassani
Mi unisco alla campagna per salvare e mantenere vivo il teatro Valle di Roma.
La mia solidarietà.
Vicky Frey
il mio sostegno alla Fondazione Teatro Valle Bene Comune
Rita Scrimieri
Le molteplici attività svolte fino ad oggi in questo teatro, il più antico della Capitale, devono continuare ! Come cittadino apprezzo la cultura molteplice fino ad oggi svolta quì. Molto lontana dall’ inerzia del Comune.
Angelo Mariani
Appoggio la vostra causa, pur non appartenendo al mondo dello spettacolo.
Siamo per il teatro “bene comune”!
da architetto e cittadino, italiano e non solo, come fondatore del Teatro Valle Bene Comune
Marco Biuzzi, socio fondatore
Invio la mia adesione alla lettera aperta..mi chiamo fortunato leccese e sono un attore. Conosco la situazione del Valle e il tentativo che state facendo nel cercare di creare un’alternativa al modello produttivo culturale italiano..e considero vergognoso l’atteggiamento delle istituzioni nei vostri confronti.. Non mi dilunghero’…sostengo questa lotta..non con il corpo..ma con una firma per ora e spero che questa lettera [Chi ha paura di una nuova Istituzione?] possa smuovere un po’ le acque..in un certo senso lo sta già facendo..un saluto
Fortunato Leccese
Salve
Come è possibile non essere col Valleoccupato? Cioè con NOI, con la Cultura:
Antonella D’Ambrosio
Perché in Italia si vogliono sopprimere gli ultimi spazi di vitalità?
Sono quasi "vecchia" ma vi ho seguito fin dal primo giorno , con la gioia nel cuore. Avrei voluto essere lì con voi. Sperimentare, creare, restituire. Poi vi ho seguito attraverso la vostra mailing. Spettacoli sperimentazioni installazioni. Un fiorire di idee. Vi ho seguito nella vostra lotta per i beni comuni e per i diritti.Vi sono venuta a trovare al teatro vivo. Che emozione.
Per tutto vi ringrazio.
E continuerò a lottare con voi.