mercoledì 29 ottobre 2014 ore 18
#CarovanaValle all’Angelo Mai
Emanuele Trevi + Teatro Valle Occupato presentano:
QUESTO NON È UN CORSO DI SCRITTURA
CECI N’EST PAS UN COURS D’ ÉCRITURE
In questo momento di profonda trasformazione, il Teatro Valle Occupato ed Emanuele Trevi propongono alla città un esperimento di formazione e un viaggio nella propria, singolare officina di scrittore. Un viaggio che non sappiamo ora dire se durerà un anno o cinque, poiché il tempo della scrittura è un tempo interiore, o meglio è la messa in pratica di quella “cura di sé” a cui molto teneva Michel Foucault e che richiede un tempo difficilmente quantificabile. Nella problematica fase politica che sta vivendo il Teatro Valle Occupato è grazie all’aiuto degli amici e compagni dell’Angelo Mai che sarà possibile far emergere il lavoro organizzativo di questi ultimi mesi, con la voglia di aprire una nuova breccia nel panorama culturale italiano e non, al tempo stesso creare insieme nuove possibilità di formazione artistica e creativa.
Diamo appuntamento a tutti gli interessati per un primo incontro mercoledì 29 ottobre ore 18 presso l’Angelo Mai, Via delle Terme di Caracalla 55a
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Così come vengono comunemente intesi e praticati, i cosiddetti «corsi di scrittura» propongono, nella varietà dei loro metodi, un insegnamento fondamentalmente orientato alla produzione di testi più o meno adeguati al mercato del romanzo. Si trasmettono, insomma, in laboriosi corsi a pagamento, quei “trucchi del mestiere” di cui Orson Welles diceva che per impararli bastano un paio d’ore di lavoro. Ma un’insegnamento basato sul mito dello storytelling e dell’efficacia narrativa è per sua natura autoritario e omologante. Centra fatalmente l’attenzione di chi apprende sulle caratteristiche del prodotto finito, che dovrà, in qualche modo, assomigliare ad altri prodotti che si sono rivelati efficaci sul mercato.
Bisogna cominciare a riflettere seriamente sia sulle premesse che sulle conseguenze di questa filosofia dell’insegnamento. Le premesse sono quelle di una logica universale del profitto che punta solo sul valore di scambio della «merce artistica», trasformando ogni individuo in una specie di operaio dell’immaginario, sedotto dai vantaggi puramente esteriori (denaro, promozione sociale…) del suo eventuale successo. Le conseguenze sono quelle che abbiamo tutti di fronte agli occhi: la letteratura che, tranne pochissime isole marginali, si rivela sempre di più come una potente macchina di conformismo ed omologazione. Un esempio palese di questo imbarbarimento è un programma per la tv come «Masterpiece», il talent show nel quale un gruppo di scrittori «arrivati», con un misto di degnazione e paternalismo, esaminava i tentativi di concorrenti che sembravano nutrire, come massima aspirazione, il diritto di sedersi sullo stesso scranno dei loro esaminatori…
È necessario provare a invertire questa disastrosa direzione proprio a partire dal nodo della formazione e della trasmissione dei saperi, tentando un esperimento di libertà espressiva e scoperta delle potenzialità latenti nello spazio interiore. La prospettiva del nostro corso non è quella della produzione, ma dell’esperimento su se stessi, fondato sulla premessa dell’irripetibilità e dell’unicità di ogni singolo individuo nel suo continuo lavoro di conoscenza ed espressione del mondo. Scrivere non significa dar forma a qualcosa che «funziona» in ossequio a parametri che provengono dall’esterno. Semmai, è un’articolazione fondamentale di quella che Michel Foucault definiva la «cura di sé»: un’indagine sui limiti e le possibilità del soggetto che la pratica della scrittura rende più efficace del semplice pensiero astratto. Il frutto di questo lavoro non è necessariamente un libro da centomila copie, ma il riconoscimento di una modalità di conoscenza del mondo che appartiene solo a chi lo sperimenta, e non si può scambiare con nient’altro per le stesse ragioni per le quali ognuno può vivere solo la sua vita.
Anche questa forma di insegnamento è una specie di work in progress, che si arricchisce di nuove esigenze e prospettive ad ogni occasione reale. Non è necessaria nessuna preparazione particolare per partecipare, e nonostante valga la pena di seguire tutti gli incontri, questi ultimi sono concepiti con una relativa autonomia, che permette di «rientrare in gioco» anche dopo un’assenza. Gli incontri dureranno un paio d’ore, con una parte finale dedicata al contatto diretto con un capolavoro, l’Eugenio Oneghin di Puskin, inteso come modello supremo di racconto di una storia d’amore.
EMANUELE TREVI è nato a Roma nel 1964. Scrive sul «Il Manifesto» e sul «Corriere della Sera», e ha condotto molti programmi su Radio 3 Rai. Tra romanzi e saggi, ha scritto una decina di libri, a partire da Istruzioni per l’uso del lupo (Castelvecchi 1994). I suoi ultimi libri sono: Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie 2012); Il viaggio iniziatico (Laterza 2013); e in collaborazione con Sonia Bergamasco, Karenina. Prove aperte di infelicità (Editori Internazionali Riuniti 2014).
#CarovanaValle #scritture
Ciao, ho scoperto da poco l’esistenza di questi incontri, è possibile partecipare a partire dal prossimo (mercoledì 19 novembre)?
Grazie mille
Ciao, ho appena scoperto l'esistenza di questi incontri. E' possibile prendervi parte a partire dal prossimo (mercoledì 19 novembre)?
Grazie mille!
Questo non è un corso di scrittura.
Ciao, __pur avendo mancato al primo incontro di mercoledì 29 ottobre, chiedo se è possibile partecipare al corso. grazie.maria
Per tutte le info sugli incontri con Emanuele Trevi scrivere a scritturatvo@gmail.com
a breve una pagina dedicata al corso