ma mai in ogni circostanza e in ogni epoca si potrà avere la libertà senza la lotta.
a ingiallite leggende, a strambi detti, saranno giorni di festa. Giorni di cambiamento.
Sospesi in aria senza retorica senza bastoni. Non ci saranno fili agonizzanti.
Assisteremo ad una mirabolante magia.
Dalla polvere dei ruggenti ’30 riesumeremo il Mago Bustelli che ci sorprenderà
con le sue rocambolesche vallette che si segano da sole,
con levitazione di tigri del bengala e le temutissime linci della savana.
Illusione o realtà? Non spetta a noi deciderlo.
allineamento delle costellazione e i maya, restano discreti.
Le congetture astrali sono espedienti convenzionali.
Vi invitiamo a venire per riscrivere il vostro oroscopo.
* * *
Lancio della campagna per la costituzione della
FONDAZIONE TEATRO VALLE BENE COMUNE
Un evento lungo quarantott’ore
da Venerdì 13 a sabato 14
Venerdì 13 gennaio
h. 21 “ERA VENERDì 13”
Una disquisizione spettacolare attorno al concetto di proprietà con:
VALERIO MASTANDREA
coadiuvato da
PAOLO CALABRESI CATERINA GUZZANTI
GIAMPIERO JUDICA DIEGO BIANCHI/ZORO PIETRO SERMONTI
e alcuni interventi musicali tra cui:
PINO MARINO ANDREA GHERPELLI ROLANDO RAVELLO
“I GIAGUAROS” (TIRABASSI, SASSANELLI, SCARPA) RAFFAELLA SINISCALCHI
e con ELISABETTA POZZI (in collegamento skype)
…La questione più ricorrente è se conviene.
La partecipazione può essere generalmente conveniente,
quindi può essere un buon investimento ma non conviene al primo incanto.
Da considerare che talvolta il bene vanifica la garanzia di soddisfazione.
Generalmente non conviene acquistare ma entrare in comproprietà del bene e di conseguenza non se ne ottiene il pieno godimento esclusivo ma si ottiene qualcosa di molto più prezioso: un rapporto umano con gli altri comproprietari…
Intervenite numerosi!
Potreste comprarvi l’amico del cuore insieme ad un paio di scarpe,
una bellissima fidanzata con un’opera di street art o il padre dei vostri figli, ricco, coscienzioso e disponibile con un’inutile quadro da appendere al muro. E anche se non comprate niente avrete comunque la possibilità di vedere il mondo e le cose da un altro punto di vista…
Sabato 14 gennaio
h. 16 INCONTRO PUBBLICO di presentazione della Fondazione
diamo corpo al comune
con CHRISTIAN MARAZZI e STEFANO RODOTA’
h. 21 Serata GranFlusso
Tra gli interventi:
SAVERIO RAIMONDO AWA LY con MASSIMO GIANGRANDE
I FOOLS BOBO RONDELLI FRANCESCA REGGIANI
CHIARA CIVELLO ROCCO PAPALEO ALESSIO BONI PAOLO ROSSI
con i suoni dei TETES DE BOIS saranno ospiti i lettori di favole Valentina Carnelutti,
Francesco Di Giacomo, Sabina Guzzanti, Giovanna Marini, Danilo Nigrelli,
Andrea Satta, Daniele Silvestri
ORCHESTRACCIA
Partecipano alla serata Maso Notarianni, Gianni Mura, Sandro Portelli.
Tavole a china di Sergio Staino, disegni su sabbia di Licio Esposito.
Potremmo essere tutti più felici occupandoci di ciò che è nostro.
* * *
Ma come si fa?! Come si fa a scrivere concetti per poi fare cassa e prendere per il culo la gente?! Ah, voi vi vendereste anche vostra madre per portare a compimento il vostro affare: l’importante che la festa vi sia o stia finendo e tenetevi stretti i capi e cape che a Roma i veri operatori cinematografici, teatrali e chi fa funzionare la buona parte della cultura schifa… Altro che spot e pensieri rubati a Calamandrei, siete più strani delle feci ma poi si capisce che state bene tra di voi.
Ma con chi c’è l’hai? Con chi si oppone alla trasformazione di un teatro storico nato nel 1727 Mancenendo un centro di cultura oppure con chi vuole trasformare questo storico teatro in un centro commerciale oppure in una sala giochi come sta accadendo per un cinema romano?
Non so chi tu sia, firmati, però. Hai troppa rabbia per rimanere solo. Ciao
Caro “assatanati di falsità”
perchè sei così arrabbiato?c’è una parte di te che vorrebbe partecipare a questa rivoluzione, è chiaro;c’è un’altra parte di te invece chiaramente in contrasto,che ti involgarisce e ti spinge a dire cose che non vorresti.Risolvi presto questo conflitto,recupera l’equilibrio interiore che meriti e vieni anche tu al Teatrovalleoccupato. Ti aspettiamo
avete ragione entrambi, ma perchè pensare che è qualcosa di diverso ? E’ l ‘ E.T.I. pari,pari. ( perde il vizio ma non il pelo….)
Caro primo commento, grazie per l’eleganza dello stile(dal quale però si evince una scarsa frequentazione della cultura di cui parli…) e la profondità di analisi. E nel caso avessi dei dubbi, non temere. Il mondo è pieno di persone intrise di passioni tristi. Non sentirti solo.
L’esperienza del VALLE occupato è certamente interessante.
La cosa più importante è però quella di riuscire a trovare la sostenibilità di uno spazio
possibilmente rispettando vocazioni artistiche e economia.
Questione che credo in questo momento in Italia si pongono in molti.
Con la compagnia NATA gestiamo alcuni piccoli teatri di provincia e reinvestiamo i proventi della compagnia teatrale per la sopravvivenza e gestione di questi spazi. Si tratta di un investimento culturale.
Devo dire che molto spesso gli artisti che pubblicamente sostengono battaglie culturali importanti sono poi mal disposti a venire incontro a piccoli e poco potenti presidi culturali abbassando i loro cachet. Anzi quasi tutti mirano a far cassa.
Forsa allora il problema non è quello della libertà dell’arte e dell’artista eccetera eccetera ma quello della sostenibilità dell’arte.
Sarebbe molto bello che da questo punto di vista ci fosse un po’ più di solidarietà anche quando non c’è un immediato e vistoso ritorno di immagine.
Detto questo: siate puri per quanto potete ma soprattutto … resistenza!
Un caro abbraccio a tutti voi, sono stato a trovarvi con una parte della compagnia NATA, a dicembre e faceva un certo effetto vedere quell’atmosfera effervescente fra i velluti (splendidi e carichi di storia) del Valle. Una atmosfera un po’ … risorgimentale.
Livio Valenti
dir.artistico
NATA teatro
l’idea della fondazione è indubbiamente un’idea importante e se si riesce a concretizzarla, smonterà le accuse di utopia. in ogni caso sarà un esempio per molte altre situazioni di crisi.
il dilemma può nascere solo dalle modalità di gestione previste per il futuro.
1) i lavoratori abbiano reale voce in capitolo ma sappiano anche amministrare
2) le scelte culturali siano di stimolo agli utenti i quali debbono poter contare nella gestione (mi vien da pensare alla sottoscrizione di quote sociali!)
3) senza pretendere che diventi un “busines” sia almeno scongiurato la creazione di un nuovo pozzo a perdere.
4) la resistenza ad oltranza, sacrosanta nei limiti della legalità, non diventi anarchia e sfascio.
in bocca al lupo!
Vittorio
Ottima l’idela della Fondazione