L’acqua, l’aria… e ora ci riprendiamo anche la cultura!
Occupiamo per occuparci di ciò che è nostro. È nostro come cittadini, come lavoratori dello spettacolo, della cultura e dell’arte. Con questo spirito il 14 giugno, lavoratrici e lavoratori dello spettacolo autorganizzati hanno occupato il teatro Valle.
Siamo lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, cinema/teatro/danza, artisti/tecnici/operatori, stabili, precari e intermittenti mobilitati da mesi contro i ripetuti attacchi subiti dal mondo dell’arte e del sapere. Contro i tagli alla cultura e per i nostri diritti!
Ogni giorno si alternano al Teatro Valle assemblee cittadine sulla situazione critica del mondo della cultura italiana e le forme di agire condiviso. Ogni sera artisti, attori e musicisti si esibiscono gratuitamente. Hanno già aderito Andrea Camilleri, Ettore Scola, Bernardo Bertolucci, Elio Germano, Moni Ovadia, Franca Valeri, Giovanna Marini, Andrea Rivera, REM & CAP. Sta accadendo qualcosa di nuovo : il teatro è pieno fino ai loggioni, applausi, sostegno e partecipazione.
In questi anni, di fronte all’arroganza delle politiche governative, le reazioni della nostra categoria, dei sindacati e delle associazioni di settore sono state deboli e inefficaci.
“Com’è è triste la prudenza” dice Rafael Spregelburd. Triste e in molti casi complice: prevalgono logiche di profitto, scambi di poltrone. Non abbiamo più fiducia nei nostri interlocutori: ingerenze partitiche e clientelari hanno spezzato il patto con i cittadini.
Non vogliamo più essere complici. Lanciamo un appello a tutto il mondo della cultura e ai cittadini per sostenere questa battaglia.
Il futuro del Valle non è così certo come vogliono farci credere. L’assessore alla cultura del Comune di Roma dichiara che si impegnerà per la tutela del Valle e della sua identità. Queste rassicurazioni non bastano. Chiediamo trasparenza e chiarezza sulla progettualità artistica ed economica. Chiediamo che gli artisti e i professionisti del settore vengano coinvolti sul destino di questo spazio. Chiediamo l’istituzione di una commissione competente.
Il Teatro Valle non è solo un luogo da salvare, ma un simbolo dello stato dell’arte in Italia. L’ultima finanziaria ha soppresso l’Ente Teatrale Italiano, mettendo a rischio le sue funzioni: promuovere e diffondere il teatro contemporaneo, sostenere la nuova drammaturgia e le nuove generazioni, incrementare scambi internazionali e la formazione.
La demolizione sistematica delle risorse e dei beni pubblici è il cuore della politica culturale di un governo che azzera le buone pratiche esistenti, attacca gli spazi e le produzioni indipendenti, non svolge il proprio ruolo di tutela del patrimonio artistico, dismette e privatizza teatri, musei e luoghi di importanza storica. Si ignorano da troppo tempo i diritti e il reddito dei lavoratori precari/intermittenti e si mortificano competenze e talenti della nostra generazione.
Nell’anno zero della cultura siamo qui per denunciare lo stato di emergenza del nostro paese e la precarizzazione delle nostre condizioni di lavoro e di vita.
Invitiamo il mondo della cultura e dello spettacolo e tutta la cittadinanza a prendere posizione. Confrontiamoci insieme oltre la difesa del proprio e dell’esistente, qui dentro il Teatro Valle occupato e in assemblea permanente! Difendiamo la possibilità di FARE cultura, e facciamolo al grado più alto delle nostre potenzialità!
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