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02 Nov

LI MORTI …’a festa! | venerdì 2 novembre h. 20,30

 

2 Novembre

 

LI MORTI
…’a festa!

 

“La vita è un sogno dal quale ci si sveglia morendo”
Virginia Woolf

 

 

 

«I Sonetti der Corvaccio» di Graziano Graziani (La Camera Verde, 2011) è una raccolta di 108 sonetti romaneschi scritti tra il 1995 il 1996 e successivamente rivisti e corretti, che costituiscono un poema ambientato in un cimitero. Il Corvaccio è il custode di questo luogo che, rivolgendosi direttamente al lettore, lo invita a compiere con lui un viaggio tra le tombe e tra le storie delle persone che vi sono seppellite. Sono i morti stessi che, di sonetto in sonetto, prendono la parola e raccontano la loro storia, mentre di capitolo in capitolo il Corvaccio introduce i vari settori del camposanto, dalle lapidi ai fornetti, dalla fossa comune al forno per la cremazione. Ne esce una sorta di Spoon River dialettale, dove però al centro c’è Roma e le tipologie umane che la hanno animata, i loro modi di dire e di vedere il mondo.

 

 ssi vve va, ne’ sta ggiornata scura
de favve ‘n giro pe’ ‘sto cimitero
tra ‘r bianco de le tombe e ‘r celo nero
venite appress’a mmé senza paura!

Er Corvaccio

 

Difficile parlare della morte in maniera neutrale, “I SONETTI DER CORVACCIO” ci danno la possibilità di rendere omaggio ai nostri cari, attraverso una visione lucida e mai scontata. Non pensiamo al dopo ognissanti, pensiamo ai morti, a coloro che abbiamo conosciuto, che ci hanno ispirato, che ci sono stati vicini  e che ancora lo sono. Attraverso il ricordo che rende vivo quello che non c’è più, riscopriamo amori e affetti passati, ciò che desideriamo, ciò che odiamo, le difficoltà del vivere, la bellezza del respiro.

una serata dedicata attraverso l’antico rito del teatro, 30 attori occupanti e non… interpretano I SONETTI DER CORVACCIO,  attraversano il Valle, come anime vagano, oppure stanno.
Come risvegliate!
Voi spettatori sarete i visitatori di questo cimitero romano, vestitevi a lutto, portate fiori finti,
come finto è il cimitero, come truccate le anime
venite con mestizia per trasformarla in delizia

pronti a far ‘a festa!

                                                

 

                                                ….a seguire 
                                       concerto 
poesia
  con….

 

ARDECORE

 i POETI der TRULLO

REMO REMOTTI

EMANUELE CAPUTO “CURANDERO”

EMILIO STELLA

 

 un concerto che richiama la tradizione cantautorale romana, che parla d’amore, di passioni, di vita e di morti di una Roma del passato ma anche del presente, con le voci di giovani artisti romani che oggi rappresentano un segno importante per la cultura di questa città.

 

 QUOTA DI COMPLICITA’ 5€

 

*****

 LE MORTE

Emanuela Bernardi | Chiara Bernabei | Marta Buzi | Ilaria Capanna | Lorena Cosimi | Francesca Romana Di Santo | Alice Ferranti | Giovanna Floris | Federica Lenzi |  Elettra Mullaby | Laura Riccioli | Alessandra Roca | Pamela Sabatini |  Linda Sessa | Laura Verga | Martina Kim Zanotti

LI MORTI

Dario Aggioli | Toni Allotta | Valerio Gatto Bonanni | Gabriele Bova | Emiliano Campagnola | Gianmarco Di Lecce | Francesco Ferrieri | Gianpiero Judica |  Gabriele Linari | Marco Mancini | Daniele Natali | Pierpaolo Palladino | Fabrizio Parenti | Daniel Terranegra | Fabio Todarello |Valerio Malorni

 

I SONETTI DER CORVACCIO
Recensione di VINCEZO SPARAGNA su Frigidaire

Er Corvaccio è, nella finzione letteraria di Graziani, un vecchio becchino del Verano e i suoi sonetti sono una specie di piccola Spoon River in romanesco. I Sonetti sono un libretto che si legge d’un fiato, come un unico racconto, pur essendo ogni poesia autonoma e rigorosissima nella metrica e nella rima. Vi compaiono, nella luce spettrale del post mortem, ma senza mai perdere la forza ironica del loro essere romani, una folla di personaggi. E’ un viaggio guidato nella Roma popolare, sarcastica, rassegnata, arrogante. Grazie alla precisione dei versi e al rigore stilistico, il giovane (ma già maturo) autore riesce a non cadere mai nel macchiettismo o nella retorica malinconica. E poi c’è da considerare il grande piacere di leggere finalmente dei versi costruiti con maestria nel mare magnum di pseudopoesie intimiste e vuote che affollano i quaderni di tanti giovani. Qui ogni compiacimento gratuito è assente. Vi si sente il respiro profondo della ricerca. Anche le rime più svelte risultano necessarie. A riprova che la cosa più difficile per chi vuole scrivere è raggiungere la semplicità, che è condizione della bellezza, ma cosa del tutto diversa dall’immediatezza banale.

 

 ARDECORE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EMILIO STELLA

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