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05 Apr

MAKING THE PLOT | perché i Motus ancora al Valle Occupato | R.S.

 “è verso dove c’è qualcosa che rompe l’ordine, che anela al cambiamento, che decidiamo di spostarci con questa nuova avventura teatrale”

making the PLOT*

 | Motus ancora al Valle Occupato

le ragioni di una scelta

*La parola inglese plot significa carta, mappa, diagramma, ma anche trama, nella doppia accezione che contiene anche in italiano: trama nel senso di argomento, sintesi del contenuto di un testo o di uno spettacolo, e anche nel senso di strategia, complotto, attività volta al conseguimento di un qualche fine.             

SenzanomeMotus torna al Valle abitandolo per una settimana: è una scelta, gioiosa, ma ugualmente parte di un confronto/dialogo con il Valle (e con altri luoghi occupati o diversamente gestiti) che Motus  ha intrapreso da anni… Animale Politico Project è il percorso-esplorazione all’interno del quale si inserisce ogni nostro recente movimento. 

Dopo The Plot is the revolution  presentato questo Luglio in un Teatro Valle affollatissimo, la  trama si apre per accogliere, tentare di creare una comunità di dialogo e performatività trasversale fra le arti, ponendosi all’ascolto delle trasformazioni in atto.  E il Valle, come L’Angelo Mai – ora sotto sequestro – sono luoghi in cui si sta davvero ridisegnando un’altra geografia, dove finalmente arte e politica respirano in sincrono, dove resistenza si coniuga a resilienza, alla capacità di trarre dagli eventi traumatici (come i recenti sgomberi), dalla precarietà o da una ingiustificata violenza subita o prolungata nel tempo, forze inattese per escogitare “altre forme” di adattamento. Non si tratta però di “resistere e andare avanti a tutti i costi” adeguandosi – perché è vero, ci si abitua a tutto – ma piuttosto della capacità di elaborare l’esperienza nata dallo scontro con situazioni problematiche, per costruire l’inatteso.

È possibile? Costa fatica, significa mantenere un’attitudine dinamica, flessibile, sia in rapporto al proprio spazio-tempo che alla propria biografia. Se ci si irrigidisce e ci si arrocca sul già fatto, una resistenza per “indurimento, scontro o protezione” rischia di creare corazze che possono far implodere ogni spinta visionaria.

Essere invece capaci di resilienza è un po’ il processo contrario, è lasciarsi attraversare dal vento delle “tempeste”, per studiarne le leggi biodinamiche e sfruttarle in direzione “ostinata e contraria”.

Il nome Motus evoca di per sé quest’immagine in movimento, dai contorni sfocati e confusi con i paesaggi… profilo tormentato da irriducibili sommosse interne. Incarna un’attitudine “strabica” al guardare esperienze-saperi-opere del passato per arricchire l’arsenale strategico di reinvenzione del presente, nello scompiglio di forme e linguaggi.

Ed è soprattutto per questo che scegliamo di presentare per la prima volta a Roma “Nella Tempesta” al Teatro Valle, o meglio, non presentarlo “al” ma “con” il Teatro Valle… 

E siamo anche certi di tornare a Giugno all’Angelo Mai “Ri-Occupato” per continuare le prove di Caliban Cannibal, un’altra meteora di questo infinito progetto che vede coinvolto un artista-attivista tunisino, Med Ali Ltaief che ha partecipato a una “rivoluzione” – che non definisce più tale – ne è profondamente deluso, ma non rassegnato.
Come noi.

 

MOTUS ЯEMIX | cinema | 1 aprile h. 21: http://link

MOTUS_NELLA TEMPESTA | 3 –> 5 aprile: http://link

 

 

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Vi lasciamo con una esauriente quanto interessante rassegna stampa da scaricare qui in pdf.

Senzanome3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Perché ci sono molte tempeste, no?
E la mia non è che una in mezzo a tante…
Aimé Césaire

 

 

illustrazioni: Marzia Dalfini ( I )  Paper – Resistance ( I ) Kate MeMorrine (UK)

 

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