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01 Apr

MOTUS ЯEMIX | cinema | 1 aprile h. 21

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1 aprile | h. 21

MOTUS ЯEMIX 
cinema MOTUS

Durante la permanenza al Teatro Valle Occupato della compagnia MOTUS, in occasione dell’anteprima romana dell’ultimo spettacolo Nella Tempesta, la serata del 1 aprile sarà dedicata a un incontro con la compagnia che presenterà una retrospettiva video, con una selezione di alcuni film tratti da momenti determinanti del percorso artistico.  Decidiamo di aprirla con il film dall’unico spettacolo dedicato al “combattente” Jean Genet che pensiamo sia più che coerente “far rivivere” sul palcoscenico del Valle.

 fila

*Splendid’s

uno spettacolo ideato e diretto da: Daniela Nicolò e Enrico Casagrande 

ispirato a Splendid’s di Jean Genet 

traduzione: Franco Quadri 

consulenza letteraria e musicale: Luca Scarlini 

con 

Dany Greggio (Jean),
 Enrico Casagrande (Scott), 
Renaud Chauré (Bravo),
 Vladimir Aleksic (Bob),
 Damir Todorovic (Riton),
 Luigi Biondi (Rafale),
 Daniele Quadrelli (Pierrot), 
Francesco Montanari (il poliziotto) 

La voce alla radio è di Luca Scarlini
sceneggiatura: Daniela Nicolò 

consulenza letteraria e musicale: Luca Scarlini 

operatore: Barbara Fantini 

fotografia: Enrico Casagrande, Daniela Nicolò 

montaggio: Simona Diacci, Enrico Casagrande 

audio in presa diretta: Carlo Bottos 

attrezzista, macchinista: Michele Altana 

service: Lm Cineservice, Cesena 

audio: Carlo Bottos 

post-produzione audio Studio Arkì, Bologna; 

motion graphic: p-bart.com 

abiti: Ennio Capasa per Costume National  

produzione Motus e TTV festival
2004, 50′

 “Rimarremo il vostro rimorso. E senza nessun altro scopo che abbellire ancora la nostra avventura, perché sappiamo che la sua bellezza sta nella stanza che ci separa da voi, perché dove accostiamo noi, lo so, i lidi non sono affatto diversi, ma noi vi distinguiamo, ben ancorati alle vostre rive, piccoli, smilzi, rancorosi, indoviniamo la vostra impotenza e le vostre benedizioni. D’altronde rallegratevi. 
Se i cattivi, i crudeli, rappresentano la forza contro cui lottate, questa forza del male vogliamo essere noi. Saremo la materia che resiste, senza cui non ci sarebbero artisti”. 

Jean Genet, L’infanzia criminale 
(commissionatogli dalla Radio Nazionale Francese, che poi rifiutò di mandare in onda. Genet lo pubblica in forma scritta nel ’49) 



 Le ultime ore da “vivere in grande stile” all’Hotel Splendid’s, dove sette gangsters, capeggiati da Jean (Genet)/Johnny, tengono in ostaggio una ricca ereditiera americana con il sostegno di un poliziotto che decide di “rivoltarsi come un guanto”, esplodono in tensioni e complotti, invidie e follie. La banda Rafale precipita in un estenuato valzer dei tradimenti. 

Lotte vane, piccole, fallimentari, ma del resto cosa non è vano in questo mondo? Lei morirà, io morirò, loro moriranno. 

Splendid’s è una elegante danza funebre, che ha per fulcro il passaggio all’altra sponda, che sia quella del crimine, dell’omosessualità, della diserzione, della debolezza, della rottura delle convenzioni borghesi, che, inevitabilmente, quella dell’assassinio o del suicidio. E qui emerge un tagliente punto d’unione con Twin Rooms, dove l’interrogativo di DeLillo
”Tu sei un assassino o uno che muore?”
Trova altre risposte.

 

*Un estratto da Twin Rooms filmato proprio al Teatro Valle nel 2002.

 Uno spettacolo ideato e diretto da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò 


con: Vladimir Aleksic, Renaud Chauré, Eva Geatti, Dany Greggio, Caterina Silva, Damir Todorovic editing audio: Enrico Casagrande 

fonica: Carlo Bottos 

luci: Daniela Nicolò in collaborazione con Luigi Biondi 

operatori: Barbara Fantini e Daniele Quadrelli 

progettazione scenica: Fabio Ferrini 

costruzione e direzione tecnica: Tommaso Maltoni con la collaborazione di Dany Greggio  

una produzione: Motus e La Biennale di Venezia  

in collaborazione con: Teatro Sanzio/Comune di Urbino, Kampnagel Internationale Kulturfabrik di Amburgo, Santarcangelo dei Teatri, Infinito ltd Gallery di Torino, Xing di Bologna 

con il sostegno di Eti, Provincia di Rimini, Regione Emilia Romagna

Storie anestetizzate, spaesanti, assolutamente non anedottiche, ambientate nel tempo/non tempo di una stanza d’albergo, in una sorta di presente continuo duplicato, doppiato dalla presenza dello schermo attraverso cui le stesse scene, gli stessi dialoghi, sono filtrati dallo sguardo della m.d.p. che allarga e svela significati nascosti o sottintesi, “senza riserve per squallori e bassezze, senza riserve per attimi di infinitesima poesia”. L’Occhio Belva della telecamera penetra dentro gli oggetti e gli attori, rivelando dettagli, sfumature delle espressioni, oppure taglia, compone, ricuce salti temporali mostrando flash-back o retroscena di quello che continua ad avvicendarsi nella immutabile stanza d’albergo. Schermo come affondo dunque, come ulteriore livello drammaturgico e narrativo; schermo come dispositivo di decodificazione dell’accadere scenico, che penetra proprio là dove il teatro, con la sua magia, non può giungere: il dettaglio. 



Twin Rooms: macchina scenica basata su un complesso sistema tecnologico digitale che opera con leggerezza e discrezione fra i meandri della rappresentazione, senza appesantire, ma agendo con quell’atletismo di cui sempre ci siamo muniti per slittare fra i generi e le rigidità delle forme teatrali. 



“Il tempo sembra passare, il mondo accade, gli attimi si svolgono” Don DeLillo, The body artist

 

*Ics_Note per un film
   dal movimento primo di X(ics) Racconti crudeli della giovinezza

 ideazione e regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò 
con Silvia Calderoni, Nicoletta Fabbri, Dany Greggio, Sergio Policicchio, Alexandre Rossi, Adriano e Lucio Donati, il gruppo musicale Foulse Jockers 
produzione videoMotus & Francesco Borghesi 
in collaborazione con Camera Stylo 
riprese Francesco Borghesi, Daniela Nicolò, Stefano Bisulli 
video compositing Francesco Borghesi (davidloom.net) 
text compositing Daniela Nicolò 
audio compositing Enrico Casagrande 
sound design Roberto Pozzi 
direzione tecnica Giorgio Ritucci 

produzioneMotus, La Biennale Danza di Venezia, Lux-Scène National de Valence (Francia), Theater der Welt 2008 in Halle (Germania), Istituzione Musica Teatro Eventi – Comune di Rimini “Progetto Reti” con la collaborazione di AMAT, Civitanova Danza, Comune di Fano – Assessorato alla Cultura, Provincia di Rimini – Assessorato alla Cultura, Santarcangelo 07 International Festival of the Arts, La Comédie de Valence con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Ministero per i Beni e le Attività Culturali 




Motus ringrazia 

per i costumi: ufficio stampa Calvin Klein – Milano, Post Post – Ravenna; 
per gli strumenti musicali Woodstock – Santarcangelo; 
per le locations: il negozio Post Post – Ravenna, Acquario di Cattolica “Le Navi”, Autodemolizioni Casadei, sala prove
Suburbia di Bagnacavallo, Valentino Andruccioli 

ringraziamo inoltre i gruppi musicali The Hype, Les Bondage 
e ancora
Davide Sacco e Corinna Armuzzi, Alessandro Baldassarri, Monica Burattoni, Elena Cannoni, Valentina Corani, Giovanni Errani, Davide Olivastri, Massimo Pirazzoli, Roberta Riccobene, Cesare Ricci, Patricia Rodriguez, Marco Trevisan, Matteo Vacchelli, Giulia Veronesi, Valentina Viola, Cesare Calderoni

Un aeroporto militare, visto attraverso la rete di recinzione, un centro commerciale, una vecchia cava di ghiaia sul Marecchia, una casa con muri completamente tatuati da scritte e disegni, uno stadio vuoto… Anche in Ics_Note per un film i luoghi, i paesaggi e gli interni sono margini, bordi sfrangiati e sfregiati del territorio in cui viviamo, pieghe in ombra della ipotetica città lineare che va da Cattolica a Ravenna… 

Un margine, fatto non solo di luoghi abbandonati e dimenticati, ma anche di centri commerciali e multisale cinematografiche.
Queste cattedrali scintillanti stanno in mezzo al nulla, nel cuore della Romagna agricola, tra l’odore di fertilizzanti e gli svincoli stradali. 

Ci hanno fatto pensare al “palazzo di luce”, il Metro-Center descritto da J.G. Ballard in “Regno a venire”, romanzo che per la sua straordinaria lucidità, ci ha toccati e guidati nell’immaginare questo “film senza sceneggiatura”. I pochi dialoghi, sghembi e a volte fuori sincrono, che affiorano frantumati e irrisolti nei rari momenti di incontro fra i protagonisti solitari della “non-storia”, provengono proprio dalla riscrittura di parti di questo romanzo e dell’altro ultimo Ballard di Millenium people. 

Ma non ci sono prove d’attore o coupe de cinéma.
Esponiamo il tempo che passa per inerzia, soffermandoci sui volti di un ragazzo e una ragazza che si guardano e non hanno niente da dirsi, stanno, come si sta la domenica pomeriggio, a vent’anni, seduti su un marciapiede e si attende che faccia buio, che un altro giorno passi. Il correre veloce con i pattini, l’allenamento di una ragazza che vuole parlare ai suoi coetanei, condividere con loro un malessere, provare a realizzare “un’insurrezione invisibile dei corpi” conduce a qualcosa? 
L’incontro avviene? Provoca qualche cambiamento?

 Forse sì. 



Tutto comunque evapora, volatile come il nostro sguardo. Un uomo incontra suo figlio, i due giocano, passeggiano, nulla piú. Non c’è niente altro dietro, nessun disegno, nessuna metafora o doppio senso se non il vuoto. Il vuoto della normalità. Il vuoto del così come è. 

Affiora anche il tentativo di ricucire un rapporto, una potenziale storia, ma i lembi sono troppo fragili perchè ago e filo riescano veramente a chiudere, a contenere qualcosa che si dimostra, comunque, sempre liquido e sfuggente. Le parole sono sopraffatte dal vento in camera, che le rende impercettibili, nulle, coperte da un frastuono simile a quello degli aerei che continuamente solcano il cielo del film, facendolo a pezzi. Stiamo sull’orlo di un burrone. 
Ma non ci buttiamo. 
Guardiamo il fondo, sotto i nostri piedi, muoviamo lo zoom avanti e indietro, facendo caso al ronzio che questo movimento provoca e cercando proprio di raccontare quel ronzio, che non ci infastidisce ma ci stimola ad andare dentro, dietro, sotto, la superficie dello schermo e delle cose.



Bon voyage.

INFO:
* http://www.motusonline.com

* Motus_Nella Tempesta | 3 ->5 aprile

* Making the plot | Perché i Motus ancora al Valle Occupato

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