10 – 16 dicembre 2012
MOTUS
“Where is the master?”
MMW | MucchioMistoWorkshop
al Teatro Valle Occupato di Roma
A cura di Enrico Casagrande, Daniela Nicolò,
Silvia Calderoni
MMW è aperto a tutti: si inscrive in una serie di atelier di ricerca e approfondimento che condurrà Motus alla realizzazione, nel maggio 2013, del nuovo spettacolo “animale politico”.
Si tratta di momenti, parentesi di condivisione del processo creativo in atto, condotti dai due registi di Motus, Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, e dall’attrice Silvia Calderoni “in motus” da 6 anni.
Ognuno di questi atelier ha caratteristiche e modalità di composizione specifiche e profondamente diverse l’una dall’altra.
L’intento è mettere a fuoco, di volta in volta, un aspetto specifico del percorso drammaturgico, nonché individuare nuovi possibili attori/collaboratori al progetto.
Il PRIMO MMW “Deviens ce que tu es”, che si è tenuto al Festival Vie di Modena nell’autunno 2011, ha accolto 15 giovani africani, alcuni appena arrivati, altri di seconda generazione, con l’obiettivo di indagare la spinosa questione del sentirsi estraneo. É stato anche un primo avvicinamento alla figura di “Caliban”, personaggio chiave della Tempesta di Shakespeare: opera che, a poco a poco, è diventata, in modo prepotente, “rumore di fondo” dell’intero progetto “Making the plot”. Non intendiamo mettere in scena il testo shakespeariano, ma estrapolarne dei nodi, dei temi focali per poi rilanciarli e porli a confronto con “le tempeste” del qui ed ora. É una pratica che ci aiuta nel complicare i livelli compositivi dello spettacolo: cercare degli “ancoraggi” a dei classici del teatro che amiamo, per alimentare l’immaginazione.
Il SECONDO MucchioMisto, organizzato nel centro culturale Angelo Mai Altrove nell’aprile 2012 — ora giustamente occupato — era invece rivolto a giovani performers “solitari” con il sottotitolo “La foresta è indispensabile”. Per cinque giorni gli spazi interni ed esterni dell’Angelo Mai si sono trasformati in accampamento nomade in cui risiedere, dormire, mangiare, sostare e ripensare al “materiale grezzo della vita” (H.D. Thoreau)… E in cui congegnare forme e formati “d’arte incolta”. Non è stato un laboratorio di trasmissione di un sapere, ma atelier del fare e vivere insieme. Ne è nato anche un blog: http://mucchiomisto.blogspot.it/
Abbiamo cercato, in questo breve tempo, di ridisegnare la geografia del luogo, invitando nelle ultime due sere il pubblico a entrare e osservare le 22 piccole performance nei vari “rifugi” che — insieme — sono stati costruiti. Un’esperienza straordinaria che solo un luogo unico e brillantemente gestito come L’Angelo Mai ha reso possibile! A posteriori il riferimento “all’isola” vergine e semidisabitata della Tempesta è immediato… Peccato che “queste isole” siano ora nel mirino di una amministrazione pubblica corrotta che anziché tentare di rinnovarsi perseguita proprio questi luoghi del rischio!
Per il palcoscenico del Teatro Valle Occupato viriamo la rotta sul FRONTE DEL TESTO — o meglio dei vari testi — che stiamo accumulando nel viaggio di ricognizione verso “animale politico”. Vorremmo comporre un altro MucchioMisto con Attori dai percorsi formativi diversi: da chi esce dalle Accademie di recitazione, agli Autodidatti… Ci interessa il confronto, la confusione di stili e modi nell’affrontare lo spazio scenico e la parola. Where is the master? É la domanda che rimbalza fra il Re e il nostromo della nave in balia di onde furenti nella tempesta di Shakespeare… e si fa pertinente anche rispetto allo stare in scena oggi: chi comanda? Chi sa tenere il controllo di un momento teatrale al naufragio come quello attuale? E soprattutto: serve davvero qualcuno al comando? …Who cares! Le onde saranno sempre più forti: è forse più importante allora ricorrere all’astuzia fisica del surfare fra esse, del saper lavorare con l’onda… lasciarsi trasportare per poi fronteggiarla, in solitudine o fabbricando scialuppe. Costruendo insieme. Proveremo a fare questo, creando gruppi misti di lavoro. Macinando parole e azioni sotto la tempesta di interrogativi che faremo emergere. Intendiamo costruire una drammaturgia di domande a partire da alcune dicotomie basilari: vivere in un’isola deserta o in una capanna come Thoreau, o mescolarsi alla moltitudine, mettersi in viaggio? Cercare il simile o il dissimile? Il noto o l’ignoto? Controllare o essere controllato? Seguire o guidare? Il rumore della tempesta finanziaria che ci invade, il fuoco e le onde che distruggono la nave per mano di Ariel, possono essere equiparati? Prospero esiste?
E …dove sono io, in tutto questo?
Sono tracce, input, in relazione alle quali comporremo prototipi di scrittura collettiva.
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