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26 Gen

Giovanna Marini & Quartetto Vocale – Giovedì h.21 – in Permanenze cap. 8

All’interno della Permanenza cap. 8 

Giovedì 26 gennaio 2012 – Ore 21.00

GIOVANNA MARINI 
presenta la sua nuova “cantata”

DAL PUNTO DI VISTA DEI SERPENTI
con il 
QUARTETTO VOCALE
da lei creato e di cui lei stessa fa parte insieme a
PATRIZIA BOVI,FRANCESCA BRESCHI,PATRIZIA NASINI 

“Il concerto “Dal punto di vista dei serpenti”, titolo francese “Du point de vue des serpents”, è stato già eseguito in Svizzera a Losanna con molto successo, ma è la seconda volta che viene eseguito in Italia.
Nasce come una esposizione raccontata e cantata della vita religiosa popolare; la Cantata arriva fino ai giorni nostri, molti sono i santi eletti e santificati dal mondo contadino, senza nemmeno aspettare l’avallo del Vaticano, e molti sono anche i santi laici, come emerge dai canti e dai racconti: santi come, Pier Giorgio Welby, Miriam Makeba che morì per cantare in concerto a Castelvolturno per i suoi concittadini aggrediti e uccisi dalla Camorra napoletana.

La Cantata nacque da un invito di Valter Colle , il mio produttore di Udine, che per partecipare al Mittelfest di Moni Ovaia a Cividale mi spinse a raccontare la religione di Aquileia, che è diversa da quella cattolica romana fin dalle fondamenta, infatti è filoebraica, non crede in San Paolo e la sua teologia, è di fede Marciana cioè seguace di San Marco , con tutto ciò che ne deriva nella cultura e negli usi dei friulani. 
Leggendo e preparandomi un po’ su quest’argomento, per me del tutto sconosciuto, mi appassionai da buona cattolica romana ormai stanca di sentirmi ripetere che c’è una sola verità per poi scoprirne tante altre tutte ugualmente valide.
Nella Cantata “ Dal punto di vista dei serpenti” si cantano i canti dei santi , santi amici del popolo e non del potere, si giunge a mostrare un’ Italia politeista e pagana , il santo ha poteri soprannaturali, è grande amico di Dio, col santo patrono si sta in familiarità, a lui si può chiedere tutto. 
Il santo ti ascolta. Il santo diventa un feticcio, lo si adora, si va ai pellegrinaggi ancora oggi sempre più numerosi.
Molti canti raccontano anche della magia, e sono quelli più antichi, sempre con una finale che giudica l’arte magica denunciando la maga o fattucchiera alle autorità, ma usando la magìa per risolvere problemi in cui serve un miracolo. 
Nei racconti emerge sempre un ricorso a forze estranee all’uomo ma a lui amiche..
Si segue ,sempre attraverso canti e racconti, anche un percorso della Chiesa cattolica, i suoi scismi, la nascita delle eresie in Italia.
La Cantata raccoglie consensi perché non stanca mai, ogni racconto e ogni canto è una sorpresa per il pubblico come lo è stata per il Quartetto Vocale e per me stessa , mentre raccoglievo i canti nelle campagne e ne componevo di nuovi.
(G.Marini)

 

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