Tre giorni dedicati alla drammaturgia italiana – Autori per il Valle Occupato presentano:
QUELLO CHE MI MANCA
5 LABORATORI DI SCRITTURA TEATRALE
Lunedì 14 novembre
h. 10-13 Laboratorio con Duska Bisconti
h. 10-13 Laboratorio con Patrizia La Fonte
h. 10-13 Laboratorio con Fabrizio Romagnoli
h. 10-13 Laboratorio con Antonia Brancati
h. 12-15 Laboratorio con Maria Inversi
Martedì 15 Novembre
h. 10-13 Laboratorio con Duska Bisconti
h. 10-13 Laboratorio con Fabrizio Romagnoli
h. 10-13 Laboratorio con Antonia Brancati
h. 13-15 Laboratorio con Maria Inversi
h. 13-16 Laboratorio con Patrizia La Fonte
Mercoledì 16 Novembre
h. 10-13 Laboratorio con Duska Bisconti
h. 10-13 Laboratorio con Patrizia La Fonte
h. 10-13 Laboratorio con Fabrizio Romagnoli
h. 10-13 Laboratorio con Antonia Brancati
h. 13-15.45 Laboratorio con Maria Inversi
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LABORATORIO con ANTONIA BRANCATI
LA PAROLA MENDACE E IL GESTO RIVELATORE
In principio era il Verbo: la Parola Divina. La parola insufficiente. Rendere la parola insufficiente significativa: il contesto, il gesto. Esercitazioni. L’importanza dell’assunto per il drammaturgo di scena e/o di parola.
La parola mendace: leggerla, scriverla, dirla. Il gesto rivelatore. L’importanza dell’intenzione per lo scrittore, per il drammaturgo di scena e/o di parola, per l’attore. Esercitazioni.
Il mio ricordo di mio padre (Vitaliano Brancati), morto quando io avevo appena sette anni, è essenzialmente racchiuso in due sentimenti: quello di un infinito amore – reciproco – e quello della sacralità del suo lavoro di scrittore. Mio padre lavorava a casa, lavorava sulla parola e sulla lingua, e quel suo lavoro, a me bambina, sembrava quanto di più magico, privilegiato e nobile potesse esservi; tanto che per me, sin da piccolissima, lo scrivere si è identificato col sacro, col divino.
Per razionalizzare la mia considerazione per la scrittura, niente di più adatto che le Sacre Scritture: il folgorante e misterioso incipit del Vangelo di Giovanni – e, se questo non bastasse, il racconto della Creazione nella Genesi – mi hanno convinta che nessuno può essere più vicino e/o simile a Dio della creatura che lavora con la parola e per la parola.
Solo che –
Come ben sa chiunque si trovi a dover lavorare con essa, la parola è – molto semplicemente – uno strumento insufficiente al compito al quale lo scrittore vuole destinarla. La parola è l’unico strumento che abbiamo per narrarci la nostra vita e tutte le possibili vite che – non bastandoci la nostra – vicariamente viviamo, ma è insufficiente, ambigua, e spesso anche mendace quanto la realtà – o l’irrealtà che diviene reale nel momento in cui noi ne parliamo – che vogliamo descrivere.
Che esistano parole che non abbiano bisogno di altre parole per venire comprese è una pia illusione. Per uscire dall’ambiguità e dalla multi valenza, il drammaturgo (o lo scrittore di cinema) è costretto a scrivere didascalie per poi affidarsi a regista, interpreti, scenografo e quant’altro perché forniscono al fruitore della scena quei segni che lo metteranno in grado di comprendere la situazione: di qui l’importanza del contesto e del gesto.
Se la parola delle “battute” riporta i discorsi, suggerire da parte dell’Autore un’accentuazione di tutto quanto nella storia è visivo o paralinguistico – azioni, vesti, tono, comportamento dei personaggi – può aiutarlo a contraddire e/o smentire proprio le battute da lui scritte.
Nel mio workshop mi propongo di esplorare con i partecipanti come dare significato a parole apparentemente neutre, e come riuscire a far comprendere la verità nascosta dalle parole mendaci dei personaggi.
Per far questo, credo che finirò inevitabilmente per dover parlare anche di quelle che sono le basi della drammaturgia… ma questo dipenderà dalla direzione che mi vorranno far prendere i partecipanti al workshop, e che potranno essere aspiranti drammaturghi, attori, registi, scenografi – o semplici curiosi delle tecniche di espressione.
Antonia Brancati fa parte del Collettivo Autori. Pur rendendosi conto delle insufficienze e inefficienze della Parola, è una drammaturga di parola. Da quattro anni è una degli autori che seguono i seminari di Donald Freed. All’attività di autrice unisce quella di traduttrice e agente letteraria per il teatro.
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LABORATORIO con PATRIZIA LA FONTE
TEATRO DI PAROLA dallo scritto al parlato
Un percorso per sperimentare il passaggio dalla lingua regionale orale all’italiano per la scena, recuperando la valenza espressiva legata alla gestualità della lingua madre. In parallelo, si esplora un percorso di ricerca sull’IMPROPERIO nelle espressioni dialettali.
A chi si rivolge
Alla parte più specifica dell’attività possono partecipare al massimo venti persone con qualche esperienza di scena o di scrittura per la scena, ma saranno i benvenuti tutti coloro che vorranno assistere: saranno coinvolti comunque in un allenamento collettivo per la vocalità dell’italiano parlato e la scioltezza nella parola e sarà gradito il loro contributo al percorso di ricerca sull’improperio.
Cosa serve
E’ necessario che i venti partecipanti alla parte più specifica siano muniti di scarpe comode e uno strumento adatto a registrare (anche il cellulare).
In dettaglio
Parallelamente e all’interno del laboratorio anche un percorso di ricerca sull’IMPROPERIO, nelle sue forme più colorite e in lingua regionale, forme che a mio avviso costituiscono un patrimonio di cui tornare padroni, una miniera da esplorare e un bene da salvaguardare.
Argomenti
Emissione e appoggio nel parlare, ridere, piangere, gridare.
Dizione e Ortofonia: i suoni della lingua italiana
Articolazione e allenamento dei muscoli della parola.
Dalla lingua regionale all’italiano.
Leggere come si parla.
Ricerca di espressioni antiche, formazione di espressioni nuove.
MOTIVAZIONI – Quello che mi manca
Trapela a volte l’idea che alla lingua italiana manchino parole, manchino strumenti per la scena o lo schermo, o che siano troppo difficili da maneggiare. Le emozioni si esprimono in dialetto, in lingua regionale, in lingua madre. L’italiano appare talvolta una lingua “scritta” che ancora fatica ad affermarsi come lingua dell’emozione. Contribuisce moltissimo a perfezionare il passaggio da parlato a scritto, e viceversa, proprio la drammaturgia, e non si sarà mai abbastanza grati a chi scrive teatro in italiano per la ricchezza che dona all’espressività. Da anni mi occupo di formazione, sono attrice e autrice (o un’attrice che scrive), a cavallo tra due specifici che non percepisco come contrapposti, bensì come complementari. E per vera passione da sempre mi studio di cercare di migliorare, per me stessa e per i giovani di cui sono formatrice, la duttilità della parola. Per questo mi affascinano le trasformazioni, le “traduzioni” da lingua a lingua, da dialetto a dialetto, da emozione a scena. Per questo mi sono appassionata alla ricerca e all’insegnamento dell’italiano parlato per la scena. E questa mia competenza vorrei mettere a disposizione di chi la riterrà utile.
Patrizia La Fonte: attrice e autrice, diplomata all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D’Amico, nell’88-’89 a New York ha seguito l’Actors’ Studio, frequentato corsi di Improvisation Comedy, lavorato come aiuto regista in Off-Broadway. Ha scritto teatro per ragazzi, drammi e commedie. In teatro a Roma ha preso parte come attrice a vari “Passaggi Segreti”, spettacoli itineranti. Al cinema è stata diretta anche da P.F.Campanile, M.Monicelli, N.Loy, D. D’Ambrosi, F.Ozpetek “Cuore Sacro”, C. Bortone “Rosso come il cielo”. In televisione, ha partecipato all’intera serie “Incantesimo”. È presentatrice e conduttrice dal vivo e dall’83 insegna discipline per lo spettacolo e la comunicazione. Ha tenuto corsi di Dizione e Recitazione, consulenze e seminari in tutta Italia e all’estero. Insegna alla Scuola Internazionale di Teatro Circo a Vapore.
max 20 partecipanti – uditori illimitati
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LABORATORIO con DUSKA BISCONTI
DIGNITA’ FERITE E MANCANZE: SCENE PER UN LABORATORIO DI SCRITTURA
“Dignità e mancanza scene dalla propria esperienza e come trasformarle in un testo teatrale che trascende il personale e diventa condivisibile dal pubblico. Gradita la partecipazione di esperti di neuroscienze, genetica (DNA) e filosofi.”
1° giorno – Racconto di una scena che rappresenti la propria esperienza sulla offesa alla propria dignità o sulla mancanza. Discussione su quanto scritto:cosa cambia nel corpo e nelle cellule quando la dignità è ferita? che cosa è la dignità, cosa è la mancanza. Quali variazioni produce nel corpo, nell’espressione verbale, nella gestualità, nella parola detta e scritta una tale esperienza?
2° giorno – Quali sono i personaggi (gli stereotipi) che agiscono nel creare la mancanza. Scrittura di una scena ispirata alle conclusioni e le idee emerse nella discussione con gli strumenti che ognuno ha a disposizione o immagina siano più adatti per renderli teatralmente(suoni, corpo, parole, versi, versacci, mimo,video….)
3° giorno – Messa in scena: cercare attori, regia ecc.
Il laboratorio è aperto a tutti, con preferenza di scrittori, attori, musicisti, danzatori, e chiunque voglia sperimentare uno strumento privilegiato per scrivere una scena.
Duska Bisconti scrive e allestisce spettacoli dal 1984(monologhi, commedie, farse, drammi performances, improvvisazioni con musicisti, mimi, danzatori ecc) in cui recita per la maggior parte delle volte. E’ sempre alla ricerca di una scrittura che interagisca con la musica, la danza, la scienza e tutto ciò che fa parte della espressione artistica.
max 10 partecipanti – uditori illimitati
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LABORATORIO con MARIA INVERSI
Dal tema generale: “Quel che non ho”
coadiuvata da Daniela Stanga
“Gli altri vivono in noi, e noi viviamo in loro” (T.Todorov)
Il corpo come luogo drammaturgico e la parola sensibile
Scrivere vuol dire raccontare lo spazio-distanza tra noi e il mondo esterno, ma anche l’estrema vicinanza tra noi il mondo esterno e l’altro/a con cui abbiamo costruito relazioni e proiettato speranze, sogni. Il mondo siamo noi: forti e fragili. Il mondo è quello che ci respinge o ci abbraccia. La scrittura, tutte le forme di scrittura ce lo raccontano in un gesto, da quello dello scriba a quello dell’azione teatrale, dalla forma più strutturata (dramma, commedia, racconto, poesia…) a quella meno strutturata (improvvisazione teatrale). Noi scriviamo, ma anche, potremmo dire, noi ci scriviamo. Ciò che è inimitabile e inalienabile è la nostra soggettività. Antigone, nel testo di Jean Anouhil, dice a Creonte: “Non voglio la tua sporca speranza” e sceglie così di essere murata viva, lei, adolescente, a cui fu rubato il corpo ma non l’anima, ma l’anima è il mondo e quel mondo ha attraversato millenni per giungere fino a noi e interrogarci ancora. Nessun/a artista, per quanto si sia nascosto/a, può tradire ciò che ella/egli è con la sua unicità. Il seminario è aperto artiste/i.
1° giorno: introduzione ai temi di lavoro e dibattito sulla violenza e sue forme, scelta di ogni partecipante al tema che svilupperà in scrittura e/o corpo e voce, riscrittura dei partecipanti inerenti temi e frasi da essi/esse scelte
2° giorno sul palco: la parola agita
3° giorno sul palco: parola agita e presentazione pubblica.
Maria Inversi ha insegnato a attrici/attori danzatrici/danzatori professionisti. Ha scritto molti testi teatrali, drammaturgie, racconti, poesie, saggi. Ha diretto testi teatrali suoi e d’altre/i.
max 5 partecipanti – uditori illimitati
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LABORATORIO con FABRIZIO ROMAGNOLI
“Dall’immaginazione all’azione. Lo vedo, lo scrivo, lo recito!”
Questo laboratorio di scrittura drammaturgica è rivolto sia agli attori, che hanno sempre voluto iniziare a scrivere un proprio testo (monologo, dialogo, ecc…), sia agli autori, che necessitino di un confronto diretto con la recitazione.
Dare vita e senso compiuto a quello che si immagina e si scrive non è semplice e spesso ci si trova a dire: quello che mi manca è… la verità… la naturalezza… un risvolto… un’azione… un dramma… il personaggio.
Un testo è un gioco di tempi, di pause e di azioni e prende vita solo attraverso il dettaglio che rende la recitazione unica e naturale. L’essere aderente e verosimile alle regole imposte da un personaggio nel rispetto di sestessi rende l’attore unico e vero nella propria interpretazione.
1° giorno: Introduzione al workshop, descrizione dello svolgimento e del punto di arrivo. Scelta individuale del tema da trattare. Frase comune di partenza: Quello che mi manca è… Descrizione del personaggio e delineazione del profilo psicologico. Humus, atmosfera e riferimento socio-culturale del personaggio. Ritmo e sonorità dello stile di scrittura adottato o che si intende adottare. Esercitazione.
2° giorno: Lettura e correzione con analisi di gruppo dei vari elaborati. Esercitazione. Scelta dei brani per l’esibizione, assemblaggio e inizio di messa in scena.
3° giorno: Varie ed eventuali correzioni degli elaborati. Messa in scena dei brani scelti. Esibizione.
Fabrizio Romagnoli è attore, autore, e regista teatrale. Inizia nel 1989 recitando con le più importanti Compagnie di giro italiane e fra i tanti spettacoli cui ha preso parte possiamo ricordare : “Arlecchino servitore di due padroni”, “Sogno di una notte d’estate”, “A Chorus Line”, “West Side story”, “Ti Jean e i suoi fratelli”. Nel 1997 si trasferisce in Germania collaborando con artisti internazionali in cast come “Buddy Das Musical” e “Cats”. Rientrato in Italia prosegue la sua attività includendo cinema e televisione. Fra i tanti cast a cui prende parte: “Il Generale Dalla Chiesa” e “Giorgione da Castelfranco. Sulle tracce del genio”. Insegnante, autore e regista teatrale. Alcuni dei suoi testi: “Fino alla fine”, “Lei… Lui… Loro…”, “Una lunga attesa”, “Aggiungimi” e “L’angelo della morte”. “Fino alla fine”, “Lei… Lui… Loro…” e “Una lunga attesa” sono pubblicati dalla casa editrice “Demian Edizioni” con il titolo “Teatro contemporaneo”.
Mercoledì 16 novembre alle ore 19 il lavoro svolto all’interno dei laboratori, verrà condiviso con il pubblico.
Vi ricordiamo che siamo in occupazione, tutti i workshops che fanno parte della Nave/Scuola sono a sottoscrizione libera…grazie!
Per iscriversi: navescuola.tvo@gmail.com
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