ASCANIO CELESTINI
al Teatro Valle Occupato
con Matteo D’Agostino alla chitarra
Mi chiamo Ascanio Celestini,
figlio di Gaetano Celestini e Comin Piera.
Mio padre rimette a posto i mobili, mobili vecchi o antichi
è nato al Quadraro e da ragazzino l’hanno portato a lavorare sotto padrone
in bottega a San Lorenzo.
Mia madre è di Tor Pignattara,
da giovane faceva la parrucchiera da uno che aveva tagliato i capelli al re d’Italia
e a quel tempo ballava il liscio.
Quando s’è sposata con mio padre ha smesso di ballare.
Quando sono nato io ha smesso di fare la parrucchiera.
Mio nonno paterno faceva il carrettiere a Trastevere.
Con l’incidente è rimasto grande invalido del lavoro,
è andato a lavorare al cinema Iris a Porta Pia.
La mattina faceva le pulizie, pomeriggio e sera faceva la maschera,
la notte faceva il guardiano.
Sua moglie si chiamava Agnese, è nata a Bedero.
Io mi ricordo che si costruiva le scarpe coi guanti vecchi.
Mio nonno materno si chiamava Giovanni e faceva il boscaiolo con Primo Carnera.
Mia nonna materna è nata ad Anguillara Sabazia e si chiamava Marianna.
La sorella, Fenisia, levava le fatture e lei raccontava storie di streghe.
Una serata davvero interessante e generosa quella che Ascanio Celestini ci ha regalato ieri. Concordo con chi sta occupando il teatro che gli spettatori dovrebbero avere la stessa generosità e contribuire versando almeno quanto pagherebbero un biglietto per uno spettacolo dello stesso livello. Credo che anche questo sia un segno di quel rigore “praticato” molto meno diffuso di quello predicato.